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Cronaca

Contraffazioni marchi, Bologna capitale della moda 'tarocca': sequestrati 2 mln di prodotti

"Concorrenza sleale ai nostri negozianti". I finti marchi non spuntano solo nelle bancarelle su strada: Luis Vuitton, Borbonese, Prada & co venduti pure a domicilio, su appuntamento. Sanzioni salate per chi acquista

Un fenomeno che non vede tregua quello della vendita di griffe contraffatte. A Bologna come nelle spiagge e nelle piazze di tutta Italia borse, occhiali da sole, persino giacche a vento, scarpe e costumi da bagno di maison francesi e stilisti italiani vengono vendute a prezzi abbordabili, con tanto di custodie, etichette e ologrammi che confermerebbero l’originalità dei prodotti. Fra i brand più gettonati ci sono l’intramontabile Luis Vuitton, Ray-Ban, Borbonese, Hogan, Gucci, Prada e Dolce e Gabbana. Ma come riconoscere i falsi? (Intervista ad Alessandro Giammarini di Borbonese).

LA DENUNCIA DELLA LEGA. Qualche giorno fa, il leader del Carroccio bolognese Manes Bernardini, aveva documentato il “giro” di merce contraffatta in via Indipendenza: “Il Comune non è nemmeno in grado di badare al rispetto delle regole a due passi dalla sua sede – l’attacco - Per la giunta Merola è meglio vessare i propri cittadini che contrastare gli abusi. Senza contare che la vendita di firme false fa concorrenza sleale ai negozi che espongono griffe autentiche e che pagano fior di imposte a uno stato che li spreme sempre più. Questo il risultato di una politica che si dimostra intransigente a senso unico.

A chiarire e a fare il punto sul fenomeno di contraffazione delle griffe il Tenente Colonnello Giorgio Viola, Comando Provinciale Guardia di Finanza Bologna, al quale abbiamo rivolto alcuni quesiti sull’argomento.       

Cosa si intende precisamente con il termine contraffazione?
A tutta una serie di fenomenologie essenzialmente riconducibili alla produzione e commercializzazione di merci che recano - illecitamente - un marchio identico a un marchio registrato in violazione di un diritto di proprietà intellettuale e/o industriale (marchi d'impresa ed altri segni distintivi, brevetti per invenzione, modelli di utilità, industrial design ecc).  Più in particolare, per "merci contraffatte" si intendono le merci, compreso il loro imballaggio, su cui sia stato apposto senza autorizzazione, un marchio di fabbrica o di commercio identico a quello validamente registrato per gli stessi tipi di merci, o che non possa essere distinto nei suoi aspetti essenziali da tale marchio e che pertanto violi i diritti del titolare del marchio in questione. Sono da considerare merci contraffatte anche quelle che senza violare direttamente marchi e modelli, ne imitano in maniera tendenziosa l’aspetto determinando confusione nel mercato.

Quali sono glie effetti negativi di questo fenomeno?
Sono molteplici e incidono su differenti interessi, pubblici e privati.  La "contraffazione" provoca, infatti: un danno economico per le imprese connesso alle mancate vendite, alla riduzione del fatturato, alla perdita di immagine e di credibilità, alle rilevanti spese sostenute per la tutela dei diritti di privativa industriale a scapito degli investimenti e di iniziative produttive (numerose imprese si avvalgono dell'aiuto di agenzie investigative); un danno e/o un pericolo per il consumatore finale, connesso alla sicurezza intrinseca dei prodotti, specie in alcuni settori come quello farmaceutico (preparati contraffatti hanno cagionato la morte di pazienti), automobilistico (ricambi non originali hanno provocato incidenti mortali) ed alimentare (con intossicazioni di varia natura). La contraffazione, infatti, determina un inganno ai danni dei consumatori in quanto viene svilita la funzione tipica del marchio che è quella di garantire l’origine commerciale dei prodotti (cd. funzione distintiva); un danno sociale connesso allo sfruttamento di soggetti deboli (disoccupati o, prevalentemente, cittadini extracomunitari) assoldati attraverso un vero e proprio racket del lavoro nero, con evasioni contributive e senza coperture assicurative ed alla conseguente perdita di posti di lavoro; un danno all'Erario pubblico attraverso l'evasione dell’IVA e delle imposte sui redditi. La commercializzazione di prodotti contraffatti, infatti, avviene attraverso un circuito parallelo a quello convenzionale, in totale evasione delle imposte dirette e indirette; un danno al mercato consistente nell'alterazione del suo funzionamento attraverso una concorrenza sleale basata sui minori costi di produzione. L'innovazione rappresenta uno dei principali vettori di crescita duratura per le imprese e di prosperità economica per l’intera collettività. Le imprese devono costantemente migliorare o rinnovare i propri prodotti se vogliono conservare o conquistare quote di mercato. La contraffazione causa agli operatori una perdita di fiducia nel mercato come spazio per lo sviluppo delle loro attività e per la tutela dei loro diritti. Questa situazione ha come conseguenza di scoraggiare i creatori e gli inventori, mettendo in pericolo l'innovazione e la creazione oltre che la competitività delle imprese; il re - investimento degli ingenti profitti ricavati da questa attività illecita in altrettanto proficue attività delittuose (edilizia, droga, armi) da parte di organizzazioni malavitose. Infatti, solo una piccola parte dei guadagni rimane nelle tasche dei dell'ultimo anello della filiera, rappresentata prevalentemente da cittadini extracomunitari. La maggior parte degli introiti, invece, finisce nelle mani dei sodalizi criminali organizzatori del grande traffico di beni contraffatti.

Quali le categorie più “taroccate”?
Prodotti di abbigliamento e di moda (tessile pelletterie, calzature, occhiali), sigarette, orologeria, beni di consumo (tra cui i farmaci, ricambi di auto ecc.)

Da dove arriva questa merce?
L’estremo Oriente è indicato come la fonte principale delle contraffazioni (Cina e Corea). In Europa i Paesi leader sono l’Italia, la Spagna  la Turchia e i Paesi dell’Est Europeo. I canali  della distribuzione e della commercializzazione è costituito dagli stessi operatori commerciali che si prestano a vendere la merce contraffatta a latere di quella originale, da organizzazioni criminali che si servono di cittadini extracomunitari e internet.

Cosa rischiano i venditori abusivi?
Per quanto concerne le violazioni si possono sintetizzare in Violazioni penali previste dal codice penale agli art. 473, 474 e 517: fino a 4 anni di reclusione e 35.000 euro di multa per chi introduce nello Stato merce contraffatta; fino a 3 anni di reclusione e 25.000 euro di multa per chi usa, contraffà o altera marchi altrui; fino a 2 anni di reclusione e fino a 20.000 euro di multa per chi detiene prodotti contraffatti.

Cosa rischia chi invece li acquista?
Una sanzione amministrativa da 100 euro fino a 7.000 euro (pagamento in misura ridotta 200 euro) per chi acquista a qualsiasi titolo cose che per la loro qualità o per la condizione di chi le offre o per il prezzo, inducano a ritenere che sia merce con marchio contraffatto.

Qualche numero per Bologna?
Il Comando Provinciale di Bologna ha sequestrato nel 2011 circa 2.600.000 pezzi. Per quanto concerne la città di Bologna l’attività di repressione di tale fenomeno criminale è inserita nel “Patto per Bologna Sicura” che viene eseguita congiuntamente alla Polizia Locale. La Guardia di Finanza competente in via primaria alla repressione della contraffazione in quanto organo di polizia economico-finanziaria, l’anno scorso ha sequestrato oltre 105 milioni di pezzi tra cui beni di consumo, moda, giocattoli ed elettronica.

Cosa accade alla merce sequestrata?
I prodotti sequestrati normalmente vengono distrutti. I prodotti di abbigliamento vengono donati ad Enti Assistenziali previa rimozione del marchio di fabbrica contraffatto.

ANCHE A DOMICILIO, ALLA “SEX AND THE CITY”. Non solo per le strade e lungo le vie dei mercati, alcune donne fissano appuntamenti collettivi a casa loro invitando il venditore abusivo (spesso conosciuto in spiaggia), che per l’occasione prende ordini e dispensa persino “sconti comitiva”. “Non mi vergogno ad ammetterlo – spiega una fashion-victim del falso – un paio di volte all’anno invito un ragazzo conosciuto in Riviera e chiamo le mie amiche. Non possiamo permetterci gli originali e alcune imitazioni sono praticamente irriconoscibili, basta stare attente a cuciture e lampo. Un trucco per il cuoio: farlo scurire al sole e invecchiarlo un po’, in questo modo è più difficile riconoscere il tarocco”.
 

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