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10 febbraio

Foibe, il ricordo che ancora divide: tra scritte contro e manifestazioni per

Lega e Forza Italia si sollevano contro chi nega l'eccidio. E come ogni anno il ricordo di quei martiri porta polemiche anche sotto le due torri

Il ricordo dei martiri delle Foibe, fissato il 10 febbraio, tra manifestazioni ed eventi, anche setto le due torri  porta con sé anche quest'anno la polemica politica. Tra chi li "rinfaccia" a ogni piè sospinto, accusando certi ambiti politici di una certa indulgenza, e chi starebbe "Dalla parte giusta della storia"  e si schiererebbe "con la resistenza jugoslava" e "contro il revisionismo fascista", come gli autori della scritta sul muro della Chiesa all’angolo tra via Saragozza e via Porrettana, vicino  al giardino dedicato ai Martiri delle Foibe in via Don Sturzo.  

E avanti così, come ieri sera in PIazza MAggiore, con il corteo del gruppo giovanile di Fratelli d'Italia da una parte, e il presidio antifascista di collettivi studenteschi e sindacali dall'altra. 

"Sulle Foibe la Storia non è ancora riuscita a dire la Verità, quei morti e quei fatti sono usati per battaglie politiche di infimo livello, considerando l’orrore di cui si parla, tirati da destra e da sinistra in modo strumentale - ha commentato  Erika Seta, coordinatrice regionale Azzurro Donna -Forza Italia - La sinistra ammetta una volta per tutte le colpe di Tito e dei suoi, ammetta che, in nome dell’antifascismo, sono state compiute stragi inaudite e consenta che passino ai libri di Storia per quello che sono state, insieme alla narrazione geo politica di quelle terre.
E perché questo possa avvenire mi auguro venga accolto l’invito fatto da esuli istriani dalmati di revocare l'onorificenza conferita al Maresciallo Tito, quale cavaliere di gran croce, rendendo nette le responsabilità su quei morti". 

“Apprendiamo con stupore e sdegno di scritte e altre iniziative negazioniste a Bologna contro il Giorno del Ricordo - hanno scritto in una nota il consigliere comunale leghista Matteo Di Benedetto e il segretario cittadino del Carroccio Cristiano Di Martino -  Negare l’eccidio degli italiani nelle Foibe e considerare fascista ricordare questi martiri significa volere mettere in dubbio la storia. Condanniamo fortemente questi violenti rigurgiti totalitari e chiediamo al Sindaco di fare altrettanto. È urgente una presa di posizione trasversale e chiara. Sarebbe pericoloso se non fosse così, chi nega la verità e inneggia alla violenza va messo di fronte ai propri sbagli”. 

Le foibe e l'esodo

Dalla fine del regime fascista nel '43, migliaia di italiani vennero uccisi perchè considerati fascisti, per mano dei sostenitori del maresciallo Tito che prese il potere dell'allora Jugoslavia (fino al 1980), e gettati nelle cavità naturali chiamate appunto foibe. Il numero è tutt'oggi incerto, ma furono migliaia i morti. Gli italiani istriani, dalmati e fiumani furono quindi costretti ad abbandonare le loro case e a fuggire. 

Il ricordo si celebra il 10 febbraio quando nel 1947 venne firmato il trattato di pace di Parigi che decisero l'annessione di Fiume, Zara, dell'Istria e delle Isole dalmate alla Jugoslavia. 

Saluti romani e cori fascisti: così il Movimento Nazionale ricorda le vittime delle foibe | VIDEO

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