Atei sul piede di guerra: "Mancano scuole, il Comune preferisce edifici di culto"
L'Uaar in protesta contro le politiche dell'Amministrazione locale. Raccolte 1.300 firme, pronta petizione. La denucia: "Destinati all'edilizia di culto quasi 6 milioni: ecco perché mancano le scuole pubbliche"
I fondi che il Comune destina ogni anno alla Curia siano invece investiti nella costruzione e all'ammodernamento di nuove scuole. E' la proposta lanciata, a pochi giorni dalla bocciatura del referendum sulle paritarie, dallo Uaar (Unione degli atei e degli agnostici razionalisti).
La protesta nasce dalle parole dell'assessore alla scuola Marilena Pillati che "vista l'impossibilità di costruire nuove scuole e la difficoltà di trovare spazi negli edifici esistenti, ha prospettato l'opportunità fornita dalle scuole paritarie".
“Siamo al ‘chiagni e fotti - sbotta Roberto Grendene, portavoce UAAR, attraverso un comunicato stampa - Palazzo d’Accursio si lamenta della mancanza di edifici scolastici quando i fondi pubblici disponibili li ha utilizzati per finanziare la Curia bolognese, il più grande immobiliarista sul mercato” .
Il Circolo UAAR di Bologna aveva da anni sottolineato questa carenza e denunciato pubblicamente la scelta politica di preferire il finanziamento dell’edilizia di culto rispetto alla costruzione e ammodernamento di scuole e asili nido.
Ora la loro linea di pensiero si fa azione ed è già pronta una petizione, firmata da 1.300 cittadini, che in settimana approderà sulla scrivania del sindaco, Virginio Merola. La richiesta è, appunto, che il Consiglio Comunale impugni la situazione e deliberi la cessazione del finanziamento pubblico all’edilizia di culto per sostenere l’edilizia scolastica e gli asili nido.
"Risulta peraltro assurdo - si legge ancora nel comunicato - finanziare il patrimonio immobiliare di una Curia che possiede “oltre 1.200 tra case, negozi, uffici, box e garage, campi sportivi e teatri e che potrebbe quindi benissimo provvedere autonomamente alla manutenzione del patrimonio monumentale utilizzato comunque per le proprie attività di culto".