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Cronaca Monterenzio

Frana Monterenzio, la testimonianza: "La nostra casa salva per miracolo. Adesso il disagio sono le strade"

Andrea Pancaldi, residente di Villa Sassonero ripercorre la mattina della frana: "All'inizio non sembrava grave, poi l'evacuazione. L'edificio accanto al nostro in condizioni incredibili"

Esattamente una settimana fa il comune di Monterenzio si risvegliava con una frana imponente e dei crolli nella frazione di Villa Sassonero. Sono passati sette giorni e nel frattempo, dopo sopralluoghi e monitoraggi sui movimenti della terra, è stata definita la zona rossa che resta oggi evacuata. Dopo la testimonianza di Christian Menichetti, la cui azienda agraria sta soffrendo a causa dei danni e del parziale blocco della viabilità che gli impedisce di consegnare il latte come sempre, c'è il racconto di Andrea Pancaldi. Residente con la sua famiglia proprio nell'area maggiormente colpita, oggi la sua abitazione è fuori dalla zona rossa ma la casa accanto è stata sfollata e ha subito danni vistosi che fanno impressione. 

Frana a Monterenzio: il VIDEO 

Andrea, cosa è accaduto lunedì scorso e come vi siete accorti di quello che stava accadendo? 

"Nella notte fra domenica e lunedì ci siamo svegliati perché è suonato l'allarme della casa accanto alla nostra, quella del nostro vicino. Si tratta di una seconda casa ed era già accaduto che l'impianto scattasse per errore. Io, mia moglie e i miei due figli ci siamo riaddormentati archiviandola così. Poi la mattina, quando abbiamo riacceso i telefonini la chat che abbiamo con gli altri residenti del nostro borghetto ha iniziato a notificare una serie lunghissima di messaggi che ci informava della frana". 

Avete compreso subito l'entità dell'evento? 

"No, in realtà no. Io ho fatto come ogni mattina e ho accompagnato mia figlia a scuola per poi andare al lavoro, ma cercando di sbrigarmi perché avrei dovuto percorrere un tragitto più lungo, dovendo evitare la zona segnalata dal gruppo. Mia moglie invece ha deciso di restare a casa con nostro figlio (di solito lo accompagna lei) e proprio mentre io ero arrivato a destinazione è stata lei ad avvertirmi che non si trattava di una cosa da poco, ma che 'stava venendo giù mezza collina'. Testuali parole. Mi sono organizzato con il lavoro e ho fatto marcia indietro per tornare verso casa. Pochi minuti dopo mi hanno avvertito dell'evacuazione". 

Monterenzio frana (1)

Cosa è successo quando è arrivato a casa? 

"Ho trovato i Vigili del Fuoco che ci hanno mostrato gli strappi nel terreno. La casa del nostro vicino era in condizioni incredibili, crollata di almeno un metro. Ci siamo dovuti riorganizzare e ci siamo trasferiti dai miei genitori, lasciando la nostra casa, che era a dieci metri da quella più colpita. Chiaramente il fatto che nessuno si fosse fatto male era la bella notizia. Per il resto, era (ed è ancora) un po' tutto da capire...". 

Da quanto tempo vivete sull'Appennino? Sapevate che questa zona poteva essere soggetta a eventi come questo? Ve lo aspettavate?

"Sono venuto a vivere qui con i miei genitori da Argelato nel 1996 e dopo un periodo trascorso a Castel San Pietro Terme e l'arrivo del secondo figlio, io e mia moglie abbiamo deciso di comprare casa e di trasferirci qui. Una scelta importante, che ci consentisse di vivere in una zona verdeggiante, con più natura. La consapevolezza delle caratteristiche geologiche di questa terra le conosciamo, sappiamo che non è terra di pianura. Ma da tanti anni, e anche ascoltando gli anziani del luogo, non ci risultano fenomeni di questa portata. Le massime espressioni di movimenti sono sempre stati a seguito di periodi di intense. Ci è capitato in quei casi di imbatterci in grossi mucchi di terra sulla strada. Anche nelle zone boschive si osservano le cicatrici di piccole frane, ma nulla più". 

Come state adesso, vi sentite protetti? 

"Sapevamo che la scelta di vivere qui avrebbe comportato dei sacrifici e la difficoltà di far conciliare tante cose. Siamo stati seguiti e il contatto diretto con il sindaco è stato aperto fin da subito, ma il vero disagio oggi sono i tempi di percorrenza: ci mettiamo cinquanta minuti in più ad arrivare a scuola e al lavoro e quindi abbiamo dovuto riorganizzare tutto e adeguarci a degli orari diversi. Giovedì abbiamo un incontro per fare il punto". 

Dopo questo evento, magari per lo spavento o forse proprio per tutte queste difficoltà nel quotidiano, avete pensato di andare a vivere altrove? 

"Lo abbiamo chiesto ai nostri figli di 12 e 15 anni. Loro ci hanno risposto che sono troppo attaccati alla casa e a questo luogo per pensare di lasciarlo anche se si devono svegliare molto presto. A noi ha fatto piacere questa risposta, ma resta il fatto che dover guidare ogni giorno tre ore e mezza non è un progetto di vita salubre".  

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