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Cronaca Centro Storico / Via Cesare Boldrini

Frasi su stupro Rimini, la coop si difende: 'Noi corretti, denunceremo minacce'

In un comunicato la coop Lai Momo replica alle accuse di negligenza nella selezione del personale, e si dice pronta alle verifiche di Asp e Prefettura sulle attività. In serata presidio di Forza Nuova in via Boldrini

Dopo le polemiche che hanno portato alla sospensione per motivi etici del mediatore culturale, per via dei commenti sessisti rivolti alle vittime degli stupri di gruppo di Rimini, la coop Lai Momo passa al contrattacco, e in un lungo comunicato cerca di ribattere a tutte le accuse mosse alla cooperativa, molto attiva nell'accoglienza cittadina.

In seguito al caso del commento pesantemente sessista ("Lo stupro è brutto solo all'nizio, poi le donne si calmano", ndr) sia Asp che Prefettura hanno avviato verifiche sull'operato di Lai-Momo, coop nella quale l'uomo, un 24enne di origini pakistane, era impiegato, dando alla stessa la scandenza di una settimana per presentare la documetazione richiesta.

"Per noi un’ulteriore occasione per documentare in modo dettagliato quanto già più volte presentato e valutato. Nella giornata di domani consegneremo i documenti richiesti" ribattono da Lai Momo, aggiungendo: "Il lavoratore in questione è stato immediatamente sospeso e sottoposto a procedimento disciplinare, che si concluderà nel giro di pochi giorni".

La coop torna a ribadire che durante le prime fasi del rapporto di lavoro il giovane non avrebbe manifestato nessun atteggiamento sospetto delle sue convinzioni in tema di genere e discriminazione, specificando che "le indagini sulle opinioni dei dipendenti in sede di assunzione, così come nel corso del rapporto di lavoro, sono vietate dallo Statuto dei Lavoratori" e che "qualsiasi persona di buon senso è perfettamente consapevole che i reconditi pensieri delle persone sono inconoscibili e possono emergere in modo inaspettato con atti verbali o, peggio, concreti".

Lai-­Momo si dice, in sostanza, vittima e non artefice dell'episodio e ne approfitta per contrattaccare. "Un’ondata di offese e minacce estremamente violente ha invaso la nostra pagina Facebook, le nostre e-­mail e i nostri telefoni", specificano dalla sede di LAi Momo, annunciando che "oggi pomeriggio, (ieri per chi legge, ndr) abbiamo consegnato alle Forze dell’Ordine un atto di denuncia contenente le minacce ricevute via Facebook, e-‐mail e telefono con tutte le indicazioni in nostro possesso".

Intanto però montano le proteste politiche: nella serata di ieri un presidio della formazione di estrema destra Forza Nuova ha stazionato per qualche ora davanti la filiale Lai Momo di via Boldrini. Riferito sempre al mediatore culturale autore del commento sessista i militanti chiosano: "Pretendiamo con forza che questo personaggio venga allontanato dall'Italia, perché tragedie come quella di Rimini non tornino a ripetersi".

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