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Cronaca

Maxi frode fiscale nella logistica: 250milioni di fatture false, 44 denunce e 9 milioni di sequestri

Un consorzio collegato a "scatole vuote" per generare fatture inesistenti e anche concorrenza con altre realtà: "Fenomeni lesivi degli interessi erariali e dei diritti dei lavoratori, spesso sfruttati”

Due decreti di sequestro preventivo emessi dal G.I.P. Maria Cristina Sarli, a carico di 19 società che operano nei settori della logistica e del facchinaggio, per 74 milioni di euro. Gli inquirenti della Guardia di Finanza di Bologna ritengono che si tratti di proventi illeciti scaturiti da un’ingente evasione IVA e dall’indebita compensazione di crediti fiscali rivelatisi fittizi.

Una lunga indagine delle Fiamme Gialle, coordinata dai Sostituti Procuratori della Repubblica Michela Guidi e Elena Caruso, ha consentito di disarticolare un meccanismo che forniva manodopera illecita gestito da un consorzio bolognese, attraverso una rete di società attive a Bologna, Burago di Molgora (MB), Cardito (NA), Castel Maggiore (BO), Cesena (FC), Melito di Napoli (NA), Napoli, Nola (NA), Piacenza e Roma.

Fatture false per 250 milioni

Grazie anche alla collaborazione con l’Agenzia delle Entrate, è stato accertato che le società, che si interponevano tra il reale datore di lavoro (il consorzio) e i dipendenti (1.700 circa per ciascuna annualità), oltre non versare le imposte, avevano compensato ingenti debiti tributari con crediti inesistenti. In altre parole le attività erano concentrate "nelle mani" del consorzio che avrebbe creato una rete di imprese-scatole vuote allo scopo di generare fatturazioni inesistenti e una forma di concorrenza con altre realtà. 

All’esito delle indagini, è stata ricostruita un’evasione di IVA per 39 milioni di euro, attraverso un giro di fatture false, per 250 milioni di euro circa, e un’indebita compensazione di crediti fittizi per 36 milioni di euro.

Beni e società sequestrati

Sono state quindi denunciate alla Procura della Repubblica 44 persone, alle quali sono state sequestrate diversi immobili e partecipazioni societarie per un valore di oltre 9 milioni di euro.

Nel corso delle operazioni sono stati sottoposti a sequestro impeditivo lo stesso consorzio e due società collegate, con affidamento della gestione a un amministratore giudiziario. Le tre realtà aziendali potevano contare su una forza lavoro impiegata di 500 unità, in grado di produrre un volume d’affari annuo di ben 83 milioni di euro.

"L’impianto accusatorio - fa sapere la Guardia di Finanza di Bologna - nel rispetto della presunzione d’innocenza fino alla sentenza irrevocabile di condanna, ha già trovato i primi riscontri superando il vaglio del riesame che ha confermato la validità dei provvedimenti cautelari. Tali fenomeni, particolarmente lesivi, sia degli interessi erariali, sia dei diritti dei lavoratori, spesso sfruttati, violano le regole della libera concorrenza tra le imprese poste a tutela dell’imprenditoria sana e onesta".

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