Furti su commissione per tre milioni: 'senza scrupoli a usare violenza'
Agivano su commissione dall'Albania, rubando mezzi agricoli in Emilia. Un giro da almeno tre milioni di euro. Amato: "metodi anche violenti pur di rubare i mezzi". Il blitz all'alba
Rubavano trattori su commissione, e per farlo non si facevano problemi a ricorrere alla violenza. Con queste accuse sette abanesi e due italiani sono da stamane in custodia cautelare in carcere, dopo i fermi effettuati nell'ambito di una vasta operazione condotta dai Carabinieri di Borgo Panigale, su mandato della Procura di della Repubblica di Bologna. Cinque gli arresti compiuti nel bolognese. In particolare, 4 di questi sono stati colti sul fatto mentre avevano in custodia trattori e macchine agricole rubati. L'operazione, che ha interessato le province di Bologna, Modena, ma anche Alessandria e Pordenone, ha permesso di stanare quella che potrebbe essere la cosiddetta "banda dei trattori" al centro delle cronache dei giorni scorsi. (GUARDA IL VIDEO DEL BLITZ)
Tre milioni di euro il valore della merce sequestrata durante tutta l'indagine, che sta continuando, e che per ora vede contestati circa 30 furti tra le province di Bologna, Modena e Ferrara. Per quanto riguarda la provincia di Bologna, Tra la refurtiva recuperata durante gli arresti, c'è anche un trattore rubato nel marzo scorso a un'azienda di Dozza, mentre in un capannone nei pressi di Monteveglio sono stati rinvenuti decine e decine di attrezzi agricoli rubati. In un capannone di Ferrara i militari dell'Arma hanno trovato ben 4 trattori, un rimorchio e un furgone, risultati rubati a Modena in primavera.
Oltre ai furti, la violenza. «I soggetti non si facevano nessuno scrupolo ad adottare una condotta violenta e minacciosa, pur di portare a compimento l'atto criminoso» osserva il Procuratore Capo Giuseppe Amato. Per questo, i capi d'accusa sono anche per rapina, oltre che per furto e ricettazione in concorso. Amato cita l'esempio di un agricoltore di Calderara che, nel tentativo di recuperare la refurtiva, è finito speronato in auto da alcuni membri della banda. (GUARDA IL VIDEO)
I furti erano commissionati direttamente dall'Albania, e per questo veniva messa in moto una complicata macchina organizzativa, con tanto di basisti, complici, fiancheggiatori. In Italia, veniva individuato il mezzo che corrispondeva alle richieste e poi, per mezzo di auto rubate si procedeva all'appostamento per studiare la "preda". Infine si procedeva al furto. Per fare espatriare il materiale rubato si utilizzavano i camion di soggetti incensurati, "padroncini" con autoarticolati dove i trattori venivano occultati. I Tir partivano infine alla volta dei porti di Bari e Ancora, destinazione Albania.
Questa mattina però il sistema si è interrotto, quando una sessantina di agenti ha fatto irruzione nelle basi logistiche dei malviventi, e sequestrato il maltolto. «Invito a chi ha subito furti nelle proprie attività a fare denuncia, per rintracciare gli ammanchi e procedere agli addebiti dovuti» è l'appello che il comandante provinciale dei Carabinieri Valerio Giardina rivolge alla stampa.
Per almeno uno dei fermati di nazionalità italiana gli inquirenti ipotizzano un ruolo di faccendiere, per lo più indirizzato alla ricettazione delle macchine rubate. Le indagini, guidate dai procuratori Cavallo e Guidi si stanno ora indirizzando a capire chi possa avere commissionato i furti, e addebitare anche in sede giudiziaria il reato di associazione a delinquere. Reato che il Gip Francesca Zavaglia non ha ancora accolto, non essendo sufficientemente comprovato il vincolo che lega tra loro gli arrestati.