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Cronaca Via Gaibara

Mega-furto sui colli, bottino da 25 mila euro : "Ci hanno messi in ginocchio"

Presa di mira l'associazione "Il Ventaglio di Orav", che aiuta persone con disagio psichico: "Era stato tutto appena comprato. Non è sembra proprio un furto qualsiasi..."

I ladri hanno preso di mira un'associazione sui colli, "Il Ventaglio di Orav" in via Gaibara, rubando almeno 25 mila euro in macchine e strumenti agricoli, oltre ai danni strutturali alle porte, tutte dotate di sbarre in acciaio. E' successo nella notte fra giovedì e venerdì, ma nessuno ha sentito nulla, visto che la zona è abitata, almeno nelle immediate vicinanze del podere. 

Non è però un furto qualsiasi. Intanto perchè questa è un'associazione che aiuta le persone con disagio psichico attraverso il progetto "Un orto per la salute" e che ogni mattina porta negli otto ettari di campi e orti undici ragazzi seguiti dal Dipartimento di Salute Mentale affinchè lavorino per il raggiungimento di un ruolo sociale attivo e partecipe, rafforzando autostima, autonomia, impegno civico e lavorativo utilizzando e appunto gli strumenti di lavoro portati via. E poi perchè chi ha rubato la motozappa, la trivella, due motoseghe e tre decespugliatori, una sega telescopica e delle casse acustiche sapeve bene dove e quando agire, cosa prendere e cosa no.

«Guarda caso l'unica macchina notoriamente ma non visibilmente rotta e destinata alla discarica  - spiega Carla Facchini, vicepresidente dell'associazione - è stata lasciata qui, mentre gli attrezzi agricoli nuovi, tutti acquistati a dicembre 2018 per una somma complessiva di 25 mila euro, sono spariti. Questo è uno degli elementi che ci portano a pensare che la persona che ha compiuto il furto conosca e frequenti la nostra realtà. D'altronde ce lo hanno detto anche i Carabinieri». 

Quali gli elementi in mano ai Carabinieri? Qualche sospetto? «Intanto per rompere delle sbarre di acciaio come quelle di cui erano dotate le porte della struttura ci vuole un flessibile professionale. Sulla libertà di azione, certo chi lo ha fatto sapeva che di notte non sarebbe stato visto nè sentito (non abbiamo guardiani) e soprattutto sapeva bene dove andare a cercare. Non ha trascurato neppure il bar (la gestione del "Rudere" è del locale "Rude" di via Rialto) dal quale ha asportato delle casse acustiche che servivano per le serate. Noi abbiamo un sospettato in effetti. Una persona che osservale nostre attività da tempo...». 

Di che tipo di attività si tratta? «Il Ventaglio di O.R.A.V. (che sta per Opportunità, Responsabilità, Attitudini, Valori) è un'associazione di promozione sociale che opera nell'ambito della Salute Mentale. Nasce nel 2007 ed è iscritta all'albo delle Libere Forme Associative del Comune di Bologna e della Regione Emilia-Romagna. Ci occupiamo di ripresa, il recupero personale, in un percorso di guarigione, o comunque di miglioramento della salute e della qualità di vita, che riteniamo sempre possibile. Il nostro impegno è contrastare l'esclusione delle persone con disagio psichico, aiutandole a raggiungere un ruolo sociale attivo e partecipe. Per questo, oltre a realizzare momenti ludici e culturali, supportiamo progetti personalizzati, finalizzati al rafforzamento dell'autostima, dell'autonomia, dell'impegno civico e lavorativo. Il Comune di Bologna ci ha affidato questi 8 ettari di terreno collinare e qui  facciamo orticoltura, apicultura, manutenzione del verde e coltivazioni varie...L'Associazione vive con il sostegno di molti amici, istituzioni, fondazioni, enti e privati cittadini, e opera con il contributo dei volontari, ma questo furto ci ha messo in ginocchio perchè proprio adesso, nel periodo della semina, siamo senza tutto ciò che ci serve. Ai ragazzi sono rimasti solo le zappe e le vanghe». 

Quanti ragazzi vengono qui ogni giorno per il progetto? «Sono undici, tutti provenienti dai vari centri di salute mentale della città. Adesso dovevano lavorare alla semina. Erba medica, pomodori, zucchine, peperoni, i nostri carciofi violetti...e invece questo atto ci impedisce di continuare a lavorare». 

Vuole fare un appello? A chi può aver visto o agli stessi responsabili? «Contiamo su un pizzico di carità cristiana e facciamo un appello al responsabile affinchè ci faccia ritrovare tutto per consentirci di continuare a lavorare. Ma vorrei anche dire che un'idea ce la siamo fatta e che molti indizi vanno nella direzione di un soggetto preciso, che è una persona che ultimamente ha frequentato parecchio il casolare da "osservatore". Solo in pochi potevano sapere che un tagliaerbe, proprio quello lasciato dal ladro, era rotto». 

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