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Giovedì, 25 Aprile 2024
Fauna cittadina

Invasione di gechi a Bologna? Perché sui muri ce ne sono così tanti

Il biologo David Bianco spiega per filo e per segno chi sono questi animaletti e perché ultimamente ne vediamo così tanti: "In 10 anni la loro presenza a Bologna è esplosa. Ce ne sono di due tipi, ma quello più avvistato è il geco comune"

Famiglie di gechi che popolano le facciate dei palazzi del centro storico e non solo. Sono sotto (o meglio, sopra) gli occhi di tutti, specialmente quest'estate: a cosa dobbiamo questa piacevole compagnia? C'è una connessione con il cambiamento climatico? Da dove arrivano e di cosa si nutrono? Sono pericolosi per uomini e animali domestici? David Bianchi, biologo e appassionato di “storie naturali”, lavora per l’Ente di gestione dei Parchi del Bolognese ed è a lui che rivolgiamo tutte queste domande perché, lo sappiamo, ha le risposte. Non tutte rassicuranti. 

Dunque è solo un'impressione o è vero che la presenza dei gechi in città è un fenomeno reale? 

"Indubbiamente negli ultimi dieci anni l’incontro con questi piccoli e rapidi rettili si è fatta assai più frequente, per non dire quotidiana, nella buona stagione. C'entra, senza dubbio, anche il cambiamento climatico e l'aumento delle temperature che è cosa ben percettibile". 

Chi soni i gechi che abitano Bologna?

"Si tratta del geco comune (Tarantola mauritanica Linnaeus, 1758) e del geco verrucoso (Hemidactylus turcicus Linnaeus, 1758). Solo a Ferrara è stata segnalata una terza specie, il geco di Kotschy (Mediodactylus kotschyi Steindachner, 1870). Si tratta di rettili (ordine Squamata - Famiglia: Gekkonidae) che appartengono alla fauna italiana ma che non erano presenti fino agli anni ’80/’90 nelle zone interne della nostra regione (al più erano sulla costa). Il geco comune e quello verrucoso si somigliano molto, anche se il primo è tendenzialmente più grande e il secondo è caratterizzato da un'unghia finale sulla zampetta".

Da dove e come arrivano? 

"Arrivano dalla movimentazione di merci e materiali come quelli edili (pietre e mattoni), ma anche da legna da ardere come quella usata dalle pizzerie. Si spostano in questa maniera, e anche su grandi distanze, come altri animali e piante. Il che non è un bene (zanzara tigre docet). I gechi che vediamo non sono certo originari dell'Emilia-Romagna, quanto di aree mediterranee lungo le nostre coste e sono un indicatore dell'aumento della temperatura". 

Perché stanno bene qui in città? 

"La città ha nicchie ecologiche potenzialmente da occupare. E' più calda delle zone di campagna (mi riferisco alle medie annuali e all’inverno in particolare) e questo consente la vita ad organismi 'più mediterranei', che non reggerebbero i rigori dell’inverno: il clima si è modificato drammaticamente e questo avrà effetti su tutta la biodiversità, cittadina e non. Animali come i gechi, di ambienti rupicoli e non particolarmente esigenti (sono insettivori generalisti), possono trovare condizioni idonee anche in una città o grosso paese: le mura della città sono simili alla scogliera o parete rocciosa". 

Cosa comporta la presenza dei gechi nei nostri ambienti? 

"Il fenomeno della presenza dei gechi non sembra al momento particolarmente problematico, visto che non è avvenuta a danno di altri rettili, considerato anche che in campagna la loro presenza è assai limitata. In generale la comparsa di una nuova specie estranea fino a ieri alla fauna di un luogo ci deve indurre a chiedercene la ragione: è arrivata da sola? L’abbiamo portata da lontano? Farà concorrenza alle specie nostrane (già in crisi)? Come reagirà la rete alimentare a contorno di questa specie (ossia piante, prede e predatori)?". 

Sono pericolosi per noi o per i nostri animali domestici? 

"Assolutamente no. Non mordono, non sono velenosi e non vanno nei nostri alimenti. Siamo noi che siamo pericolosi per loro!". 

Sono animali anche utili, giusto? 

"Sì visto che mangiano anche le blatte, che in città abbondano".

Quali sono i loro nemici? 

"In natura sicuramente i predatori (come gli uccelli) che però in un contesto urbano non ci sono. Spesso ne vedo schiacciati dalle auto e dalle biciclette, alcuni affogato in un secchio d'acqua o schiacciati da una persiana o una tapparella". 

Quanto vivono? 

"Anche qualche anno. Consideriamo che alcuni esemplari raggiungono la maturità sessuale solo al secondo anno di vita". 

Cosa fanno d'inverno? 

Vanno in uno stato simile all'ibernazione e non si cibano, visto che fra l'altro non ci sarebbe neppure cibo per loro". 

Dove li troviamo? 

"Spesso in prossimità di lampade visto che intorno alla luce si muovono quegli insetti di cui i gechi sono ghiotti". 

Cosa fare se entrano in casa? 

"Nulla. Lasciarli stare e aspettare che escano così come sono entrati. Godeteveli, anzi e teneteli cari fra il verde dei vostri balconi". 

Resteranno con noi? 

"Sono abitudinari: se hanno condizioni favorevoli, continuerete ad osservarli nello stesso punto. E sono anche tosti: muovendosi di notte e camminando letteralmente su per i muri (grazie a zampette speciali) evitano la predazione; come altri animali finiscono arrotati o uccisi dallo spostamento di vasi o dalle tapparelle".meglio è,

Godeteveli e teneteli cari dove si ha del verde del balcone

Ambiente ricco di 

David Bianco, biologo e appassionato di “storie naturali”, lavora per l’Ente di gestione dei Parchi del Bolognese. Pensa che un naturalista o un amante della natura possa divertirsi anche al laghetto dei Giardini Margherita, osservando la meravigliosa danza estiva dei Rondoni attorno alla Torre degli Asinelli o su Piazza Maggiore o guardando il Picchio muratore nel Parco della Montagnola.

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