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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Gemelline, la chiesa: "I genitori, una testimonianza esemplare"

Diocesi, elogio dei parenti di Lucia e Rebecca: "Hanno mostrato che c'é differenza di valore tra la soppressione di una vita e l'accompagnare quella stessa vita fin dove possibile"

Bologna da l'ultimo addio alle gemelline siamesi, nate all'ospedale Sant'Orsola di Bologna con un solo cuore, attraverso la benedizione alle salme delle piccole del cardinale Carlo Cafarra.

CERIMONIA FUNEBRE A S. GREGORIO. L'arcivescovo si è recato privatamente, intorno alle 9 alla chiesa di San Gregorio, attigua al Policlinico per il saluto alle due bimbe e ai familiari. "Preghiamo perché possiamo ritrovarci con loro nella beatitudine eterna e per la consolazione dei genitori - ha scandito l'arcivescovo -. Gratitudine a loro anche a nome di tutta la Chiesa. Questo evento ci ha arricchiti spiritualmente tutti per la straordinaria testimonianza che ci hanno dato - ha proseguito -, un grazie ai medici che ci hanno testimoniato di cosa è la vera medicina: è scienza e amore. Fosse solo scienza le persone diverrebbero un caso clinico. Ora - ha concluso il cardinal Caffarra - abbiamo due angeli in cielo che pregano per noi e tutti da ora potremo rivolgerci a Lucia e Rebecca perché intercedano per noi". Per espresso desiderio della famiglia, conclude la nota, le gemelline saranno inumate con cerimonia privata.

LA DIOCESI. Alla famiglia di Rebecca e Lucia si stringe la Chiesa, che ha parole d'encomio anche per l’equipe medica, cui riconosce: "ha avuto cura della gemelline con grande coscienza professionale e sensibilità umana".

LA FAMIGLIA DI REBECCA E LUCIA. La coppia ravennate, forte della propria fede, vive questo duro momento di forte "dolore frammisto a serentità", nel ricordo della felicità di "avere avuto le piccole, anche se per breve". I genitori delle gemelline rifiutano di incontrare la stampa, giustamente chiusi nel loro lutto, e l'unico messaggio da parte loro è arrivato ieri in conferenza stampa, attraverso un sms: "Tutti i figli sono un dono meraviglioso sempre, anche quando hanno dei problemi". Poi Enrico Masini, esponente dell'associazione Papa Giovanni XXIII cui la coppia è molto vicina, ha fatto sapere che sono comunque sereni. "Il figlio più grande, di tre anni e mezzo - ha raccontato Masini - ha chiesto alla mamma: adesso me la fai una sorellina che non è attaccata a nessuno?"

LA STRATEGIA DEI MEDICI FALLITA. E all'indomani della morte delle due piccoline, l'equipe medica del Sant'Orsola, che le ha seguito instancabilmente, fa il bilancio del delicato iter clinico. Aspettare che crescessero, continuando a sostenersi l'un l'altra, fino a diventare così 'grandi' da poter sopportare un trapianto di cuore e poi la separazione, sciogliendo quell'intreccio tra torace e addome che le aveva legate sin dalla nascita. Era questo il disegno che i medici avevano previsto per Lucia e Rebecca.

"L'obiettivo - ha osservato il direttore generale del Sant'Orsola, Sergio Venturi - era di arrivare a una crescita tale che consentisse di arrivare a impiantare l'organo che mancava", ossia il cuore di una delle due, "e salvare le bambine. Non è stato possibile".

L'intervento - ha sottolineato Mario Lima, direttore dell'unità di Chirurgia pediatrica - ossia la separazione di una delle due piccole per farla sopravvivere in caso di difficoltà, "era una possibilità", poi si è "stabilito di seguire queste due bambine che hanno dato segno di voler vivere e abbiamo fatto in modo che potessero crescere di peso: negli ultimi giorni eravamo anche arrivati a parlare di poter escludere l'aiuto respiratorio".

Se le due piccole "fossero cresciute e ci fosse stato un divezzamento respiratorio", ha sottolineato Gaetano Gargiulo, direttore dell'unità di cardiochirurgia pediatrica, "avremmo cercato di salvare tutte e due. Se fossero state più grandi" raggiungendo i quattro chili ognuna, "avremmo avuto tutti i mezzi tecnici di supporto e di medicina tradizionale per un trapianto di cuore" e per la loro separazione. Invece, la loro stabilità "guidata" è precipitata martedì, nonostante, nei giorni scorsi "si fosse provato a dare un sollievo" alla respirazione.

 

 

 

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