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Cronaca Via Romita

Carabellò, la sorella sul luogo del ritrovamento delle ossa: "Manca il Dna, ma la logica ci dice che è lui"

Susanna Carabellò e l'avvocato Barbara Iannuccelli in diretta dall'area del Parco Nord, dove sono stati trovati resti umani e la patente di Biagio Carabellò, insieme al suo giaccone

Susanna Carabellò sul luogo del ritrovamento delle ossa umane e dei documenti del fratello Biagio. Sono passate poco più di 24 ore dalla scoperta fatta in zona Parco Nord da alcuni operai e nell'attesa dell'esame del dna per capire se quei resti siano effettivamente dell'uomo scomparso dalla Bolognina sei anni fa, si provano a mettere insieme tutti i pezzi di un vero giallo. Alla diretta del programma Chi l'ha visto, oltre a Susanna Carabellò c'è anche il legale della famiglia, Barbara Iannuccelli: "Non poteva essere un allontanamento volontario nè un suicidio. Biagio stava attraversando (finalmente) un periodo di ritorno alla normalità dopo la perdita dell'amata fidanzata e non aveva alcuna ragione per voler sparire. Aveva una nuova vita e anche un nuovo amore. Il caso era stato archiviato per mancanza di prove, ma eravamo certi che gli fosse successo qualcosa". 

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La conferma che si tratti di Biagio Carabellò arriverà con il test del dna, ma i parenti e l'avvocato sono praticamente certi che il corpo rinvenuto in via Romita il 23 marzo appartenga al 46enne scomparso. Sullo sfondo del servizio andato in onda bene si è visto il luogo del ritrovamento: una tubatura lunga circa 15 metri e dal grosso diametro. Proprio lì stavano anche il giubbotto e la patente di Biagio. 

Caso Carabellò: in casa di Biagio a caccia di indizi

"Ti faccio fare la fine di Biagio". Ma che fine avrebbe fatto?

E' stato il coinquilino di Biagio a pronunciare questa frase, indirizzando una minaccia chiara alla fidanzata. Perchè, che fine avrebbe mai fatto Biagio Carabellò? "In tre gli hanno messo un sacchetto in testa e lo hanno portato via": questo sarebbe successo secondo la sua versione. E il movente potrebbe essere sempre l'eredità di Elisabetta Filippini, il cui testamento è stato falsificato da un'amica, mentre era originariamente destinata a Biagio e a una missione.  

"Il testamento è falso": condannata l'amica-ereditiera

Biagio Carabellò: dalla scomparsa, alle prime ricerche. Dal testamento falso alle condanne. Tutte le fasi del giallo della Bolognina

La storia di Biagio Carabellò ha avuto in tutti questi anni diversi colpi di scena, un "giallo" vero. La famiglia dello scomparso, e in particolare la sorella Susanna, non si è mai arresa. Neppure dopo la richiesta di archiviazione del caso nel 2018. E tornando indietro nel tempo impossibile oggi non ricordare quando, nel 2017: "Una mano anonima condusse le ricerche al parco di Villa Angeletti, zona setacciata dal Soccorso Alpino. Aveva ragione e resta da stabilire il percorso sotterraneo nell'acqua che Biagio ha fatto per essere 'sversato' attraverso la tubatura nel luogo dove sono stati ritrovati quei resti". Il legale dei Carabellò si chiede anche se questo 'anonimo' non possa dire qualcosa adesso. Da quello che si apprende, il DNA della mamma di Biagio Carabellò, sarebbe da tempo in mano agli inquirenti che potrebbero così confrontarlo nei tempi richiesti. 

Scomparsa Carabellò, quelle macchie di sangue sulla giacca: 'Delitto d'impeto' 

Quella giacca di Biagio sporca di sangue trovata nel suo appartamento 

Fra i vari elementi emersi durante le indagini, anche il ritrovamento di un indumento macchiato di sangue rinvenuto dai Ris nell'appartamento dello scomparso e oggetto di studio da parte dell'avvocato Iannuccelli, della criminologa e psicologa forense Roberta Bruzzone e dei carabinieri insieme al Pm Stefano Orsi.  Le conclusioni alle quali era arrivata Bruzzone erano quelle di un delitto d'impeto. L'indumento del 46enne scomparso nel nulla era macchiato di sangue, macchie che qualcuno avrebbe poi cercato di lavare via. Il sangue appartiene proprio a Carabellò, stando all'esito dell'esame del Dna basato sulla madre dello scomparso. "La giacca non era indossata da Biagio al momento del delitto - aveva osservato la criminologa - ma probabilmente era limitrofa al punto in cui è stato aggredito". L'ipotesi è che il delitto sia stato commesso al chiuso, vicino a quella giacca: alcune testimonianze riconducono Carabellò riconosciuto fuori di casa il giorno della scomparsa, una giornata molto fredda. La deduzione è che il giaccone sia stato macchiato quando non era indossato, ma vicino a Carabellò. Era il marzo del 2018. 

La scomparsa di Biagio Carabellò, cosa accadde quel 23 novembre 2015?

Biagio Carabellò scomparve la mattina del 23 novembre del 2015 dal quartiere Bolognina, dove ha sempre abitato e dove erano in molti a conoscerlo. Sarebbe stato visto l'ultima volta presso il poliambulatorio di via Tiarini. Da allora le indagini hanno preso strade diverse, fino al ritrovamento del testamento della sua fidanzata deceduta per malattia, Elisabetta Filippini, falsificato da una mano che poi è stata condannata. Ma i colpi di scena continuano fra lettere anonime e tracce di sangue sugli indumenti dell'uomo. 

Lettera anonima ai Carabinieri: "Potrebbe averla scritta Biagio"

VIDEO - Giallo anche sul testamento:  test per la perizia grafica 

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