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Cronaca

Scontri 18 ottobre 2014, il leader del Tpo Gianmarco De Pieri agli arresti domiciliari

Dopo il divieto di dimora, il gip ha disposto i domiciliari per De Pieri per gli scontri in piazza San Domenico durante il corteo contro la visita del governatore di Bankitalia Visco il presidio di Forza nuova

Dopo il divieto di dimora, il gip Gianluca Petragnani Gelosi su richiesta del pm Antonello Gustapane ha disposto gli arresti domiciliari per il leader del Tpo Gianmarco De Pieri: la misura, gli è stata notificata nel primo pomeriggio dagli agenti della Digos di Bologna. De Pieri, colpito nel mese scorso da divieto di dimora per i tafferugli del 18 giugno durante lo sgombero della palazzina occupata di viale Aldini, mentre la misura di oggi è stata richiesta in relazione agli scontri avvenuti in piazza San Domenico il 18 ottobre del 2014, durante il corteo di protesta indetto dai centri sociali contro la visita del governatore di Bankitalia Ignazio Visco all'Alma mater e anche contro il presidio di Forza Nuova in piazza San Domenico, dove poi appunto ci furono scontri con le forze dell'ordine.

La Digos ha prelevato e accompagnato in Questura per notificare l'atto al leader del Tpo, mentre si trovava nel suo negozio di frullati in via Malcontenti. Gli arresti domiciliari sono scattati anche per un'altra persona, mentre per altri tre e' arrivato un obbligo di dimora.

"L'incontrollabile paura produce altre misure: La Bologna della Libertà paura non ne ha" hanno commentato gli attivisti, attraverso il neo-collettivo 'Libertà di dimora': "Il 18 Ottobre un corteo estremamente partecipato dichiarò che il governatore di Banca D’Italia Ignazio Visco non era il benvenuto in città in quanto emanazione diretta dei diktat che la Troika ha imposto all’Europa e uno dei principali responsabili della gestione della crisi. Insieme a Visco venne contestata Forza Nuova che in quello stesso giorno aveva annunciato una manifestazione sempre nella Bologna Medaglia d’oro della Resistenza e a cui Virginio Merola e l’amministrazione Pd avevano concesso la presenza in città. Durante quella giornata un corteo numeroso si riprese le strade della città rivendicando l’antifascismo come pratica quotidiana che non va delegata né strumentalizzata dalle istituzioni, le stesse del governo della crisi, e come l’antifascismo si ricolleghi alla lotta contro le politiche di austerità. La polizia nell’ormai abituale triste veste di difensore di banche, austerity e fascisti
manganellò brutalmente il corteo prima nei pressi di Santa Lucia e poi in Piazza Cavour. A distanza di quasi un anno e in modo non casuale nella settimana verso la manifestazione del prossimo Sabato 26 Settembre vengono comminate le ennesime misure cautelari preventive nel becero tentativo di limitare ancora una volta la libertà di dissenso nella nostra città. Le misure hanno colpito nella forma di arresti domiciliari Gianmarco (già sottoposto da settimane al divieto di dimora), Christopher e Roberto, mentre nella forma di obbligo di dimora nel Comune e Provincia di Bologna hanno colpito Gigi (già sottoposto da quattro mesi agli arresti domiciliari), Meco e Tommaso, quest'ultimo con l’obbligo di dimora nella città di Senigallia. Riteniamo quest’ultimo tentativo di limitazione della libertà di dissenso l’ennesima espressione del governo della paura, nei suoi tre assi PD-Procura e Questura, che nell’ingestibile situazione di crisi e austerity e nella cronica crisi di legittimità tenta di diffondere paura perché ha paura. Al debole tentativo di disseminara paura nella nostra città, Bologna risponderà con la determinazione della Libertà nelle molteplici forme che quotidianamente la animano e la abitano nella grande manifestazione di Sabato 26 Settembre". 

"Qualcuno dice che il lavoro della Magistratura non si commenta" ha scritto in una nota l'On. Giovanni Paglia di SEL "Io non sono mai stato d'accordo e tanto meno lo sono a Bologna, dove mi permetto di ritenere assurdo il proliferare di misure cautelari per vicende vecchie di mesi, che vanno a colpire sempre nella stessa direzione. Assurdo poi è il caso di Gianmarco de Pieri, che fino a oggi era obbligato a risiedere fuori Bologna, mentre da qualche ora è costretto a Bologna, ma in casa. E parliamo di persone che hanno sempre manifestato mettendoci la faccia e il corpo. Per qualcuno questa non è una questione politica?". 

Di altro tenore il commento della consigliera comunale e portavoce nazionale del Nuovo centrodestra, Valentina Castaldini. "Un anno dopo. Un'ora di paura vera, insulti e scontri e oggi lo Stato dimostra di esserci. Grazie".

"Come ci hanno insegnato i nostri padri razzismo e fascismo si combattono con le armi della democrazia e della legalita', non con la stessa intolleranza e lo stesso estremismo", ha commentato il deputato Pd Andrea De Maria.

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