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Cronaca

Abusi psicologici nella ginnastica ritmica: c'è una giovane bolognese dietro il caso nazionale

Prima gli anni trascorsi in ritiro con la nazionale, poi il crollo e la nuova vita. "Non giudicate chi vuole raccontare quello che accade, è difficile e nessuno lo ha mai fatto"

"Usate tatto con chi vuole raccontare queste esperienze, non è facile nessuno lo ha mai fatto prima". Raccomanda prudenza l'ultimo reel Instagram di Anna Basta, la ginnasta 21enne ex nazionale di ritmica la cui denuncia, insieme a quella di Nina Corradini, ha scatenato una bufera sul mondo dell'agonismo nello sport acrobatico, portando a un esposto in procura a Brescia e -cosa più importante- a una grane presa di coscienza di massa su pressioni e abusi a cui sono spesso costretti alteti e atlete, spesso giovanissimi, per competere negli scenari internazionali.

"Ho pensato due volte al suicidio" ha riferito Basta a Repubblica, in una intervista che poi ha suscitato la reazione delle federginnastica e più tardi anche l'intervento del ministero dello sport. Anna Basta, bolognese di origine e dentro la nazionale di ritmica dal 2016 al 2020, ora cura insieme a una nutrizionista un podcast a puntate per parlare di problemi di alimentazione. "Ho lasciato ritmica devastata, ho avuto bisogno di un percorso -incalza Basta con un pizzico di emozione- ho deciso di parlare non perché mi reputi una paladina, ma perché bisogna fare qualcosa e se posso aiutare a far stare meglio qualcuno bene provare".

"Uscita devastata, bisognava fare qualcosa"

Anna ripercorre ancora la sua fase agonistica, un ritiro lungo 11 mesi l'anno -normale per un'atleta di interesse nazionale- dal quale ne è uscita psicologicamente malconcia, per via delle pressioni psicologiche tossiche ricevute. "Quello che è successo è stata una umiliazione costante a me, al mio aspetto, alla mia persona, a quello che pensavo" ribadisce Basta, soffermandosi su quanto accaduto nella sua parentesi agonistica, aggiungendo e raccomandando a chi commenta le storie altrui "di utilizzare tatto, perché è difficile trovare il coraggio di parlarne, e di avere credibilità in un mondo dove di queste cose non si è mai parlato".

Nei commenti al post, anche una esperienza diretta di quel dolore tanto denunciato. "Non dimenticherò mai le parole della mia ex insegnante di danza classica -scrive Imma- "avete dei sederi enormi" "vi si vede tutto" "sembrate tutte grasse" "abbassate quei tutú", creando paure, insicurezze e comportamenti non sani in ragazze (compresa me) oggettivamente magre. Anche troppo. L'umiliazione è qualcosa che non si dimentica, perché non si può dimenticare come ci si sente in quei momenti. Ma da quei momenti si trae la forza e il coraggio di cambiare. Brava Anna, ti ammiro sinceramente e ti dico Grazie per quel che fai".

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