Edicolanti bolognesi: “Protestiamo ma temiamo ripercussioni”
Dopo l'intervento di Rossella Lama in Consiglio, il racconto del titolare di un'edicola del Navile: "Resto anonimo perché temo dei ricatti". E gli accordi non sono rispettati
Rossella Lama, consigliera comunale della maggioranza (PD), si è pronunciata sulla protesta degli edicolanti a Bologna, che a causa del mancato rispetto del contratto nazionale del lavoro rischiano persino di chiudere. L’intervista di Bologna Today a una delle edicole in protesta.
LA PROTESTA. Lunedì 12 e martedì 13 dicembre molte edicole di Bologna, insieme al sindacato Si.Na.G.I., Federazione Provinciale di Bologna, hanno concordato la chiusura per un'ora in alcune zone dei quartieri Savena, Navile e Borgo Panigale. Gli Edicolanti sono stati attenti a non far mancare il servizio nel territorio. Ma la protesta c'è,eccome e l'adesione è stata altissima. Questo è un fatto eccezionale perché si tratta di lavoratori autonomi che "scioperano" e perchè protestare in questo modo per le edicole è molto oneroso. E' bene che il Consiglio Comunale ed i cittadini conoscano questa protesta, perché quello che sta accadendo non è accettabile in una città come Bologna.
LA DENUNCIA DI UN EDICOLANTE DEL NAVILE. Qual è esattamente il problema? “Il problema è relativo al mancato rispetto del contratto nazionale da parte dell’agenzia di Bologna– spiega il titolare di un’edicola del quartiere Navile - e la costrizione per noi ad anticipare le quote (pagandole nell’estratto conto settimanale) per alcuni prodotti (come i DVD per esempio) quando invece dovrebbero essere in conto deposito (ovvero in conto vendita). Molti di noi per pagare questi prodotti sono stati costretti ad aprire dei mutui e altri, hanno dovuto addirittura chiudere l’attività perché poi non ce l’hanno più fatta ad estinguerli”. E perché preferisce che il suo nome non venga publicato nell’intervista? “Temo realmente di subire ripercussioni o ricatti e la cosa non sarebbe nuova…”
LA QUESTIONE ENTRA IN CONSIGLIO. Come ha spiegato Rossella Lama in Consiglio “Gli edicolanti sono costretti a protestare perché l'agenzia - che opera da monopolista di fatto su questo territorio - non tiene conto di questa importante rete di vendita, del momento difficile che sta attraversando perché la crisi ha ridotto i consumi, e non rispetta gli accordi nazionali sul "conto vendita". Nel concreto gli edicolanti si oppongono al drenaggio finanziario imposto loro dall'unico fornitore, il CDL, Centro Diffusione Logistica, s.r.l. unipersonale con sede legale ad Avellino, unica agenzia di distribuzione presente nel nostro territorio. In questi mesi infatti l'agenzia consegna alle edicole prodotti obsoleti, riciclati, prodotti che hanno subito un re-packaging ma restano difficilmente vendibili. Di fatto i titolari delle edicole devono pagare in anticipo rispetto alla difficile o improbabile vendita o in anticipo rispetto al reso di queste forniture. Il CDL non rispetta nemmeno l'accordo nazionale che prevede che alcune referenze siano consegnate in conto vendita. Praticamente il CDL impone alle edicole di alimentare il proprio circuito finanziario, le impoverisce e le espone al rischio dell'invenduto, oltre che alla fatica di gestire prodotti comunque non richiesti”.
GIU’ LE SERRANDE. La protesta degli edicolanti che hanno aderito è consistita nella chiusura di due ore dell’attività nelle giornate del 12 e 13 dicembre, pur garantendo un servizio adeguato ai cittadini: l’obiettivo è sollevare il problema e risolverlo visto che le edicole della città pagano per l'agenzia e per le case editrici che tentano invece di svuotare i loro magazzini scaricando ad altri i costi ed il rischio dell'invenduto.