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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

L'importanza dell'acqua: "Quella irrigua è un bene per tutti: ci dà cibo, elettricità e benessere"

Il 22 marzo è la Giornata Mondiale dell'Acqua e l'occasione per scoprire qualcosa di più sulla rete di canali che abbiamo nelle pianure bolognesi: 2 mila chilometri di canali creati nel corso dei secoli e connessi a impianti idrofori fondamentali e belli

Oggi, 22 marzo, è la Giornata Mondiale dell'Acqua. Un'occasione per sottolinearne l'importanza in un momento nel quale contiamo l'ottava siccità dell'anno, con una mancanza di neve e di acqua che non era mai stata registrata da quando si raccolgono i dati. Lo spiega Francesco Vincenzi, presidente di ANBI nazionale ed Emilia-Romagna (associazione nazionale dei consorzi di bonifica): "Un bene preziosissimo e che spesso diamo per scontato è quello delle acque irrigue, che non servono solo per l'agricoltura ma sono una risorsa con una multifunzionalità importante perché produce cibo, energia e mantiene salubre e bello l'ambiente in cui viviamo. Concetti, che come consorzi di bonifica, cerchiamo di trasmettere anche ai più giovani, perché dovranno preservarla e difenderla visto che è una risorsa condizionata dai cambiamenti climatici". 

Tutti i canali che garantiscono sicurezza e sopravvivenza delle aree umide

E forse non tutti sanno che, come spiega l'agronoma e responsabile della comunicazione del Consorzio Bonifica Renana Alessandra Furlani, la pianura di Bologna è costituita da ben duemila chilometri di canali che formano come un reticolo, creati nel corso dei secoli e connessi a impianti idrofori: grazie anche a questi impianti si garantisce oltre che la sicurezza idraulica della nostra pianura, la sopravvivenza di 2.500 ettari di aree umide d'acqua dolce. Ed era il luglio 2022, quando Fai Emilia-Romagna e Anbi  siglarono il primo accordo nazionale di valorizzazione per le cattedrali dell'acqua, attraverso cui i consorzi regolano le acque di superficie, conservando un paesaggio unico, fatto di canali, manufatti di archeologia industriale e zone umide di grande valore ambientale. 

“Come siamo soliti fare, senza peccare troppo di presunzione, dobbiamo dire che siamo ancora una volta passati dalle parole ai fatti – ha commentato il presidente di ANBI nazionale e Emilia-Romagna Francesco Vincenzi – l’accordo con il FAI alla scoperta delle bellezze dell’ambiente in cui viviamo ha prodotto un primo interessantissimo tour che promuoviamo e al contempo ha aperto la strada ad una mappatura che riguarderà tutti i territori che hanno questa spiccata vocazione architettonica, capaci di ospitare non solo chi è appassionato, ma soprattutto chi sarà curioso di scoprire chi siamo, cosa facciamo oggi e da dove veniamo”.

L’inasprimento degli indicatori idro-climatici, l’aumento delle temperature e la progressiva estensione geografica e temporale della siccità ha alzato infatti l’attenzione su un fenomeno che va assolutamente mitigato prima che sia troppo tardi, mettendo a profitto quanto più possibile tutte le opportunità di finanziamento volte a supportare interventi quanto mai necessari, aggiornati alle esigenze del nostro tempo e in tempi rapidi grazie a un minor carico burocratico. Di risorsa idrica, del suo ruolo indispensabile per le nostre comunità e dell’ormai primaria necessità di innovativi interventi in grado di dotare il paese e la nostra regione di infrastrutture adeguate, capaci di rendere maggiormente resilienti ai cambiamenti del clima i nostri territori così altamente vocati alle produzioni che stanno alla base del Made in Italy, motivo di vanto sui mercati mondiali, è opera che ANBI e i Consorzi di bonifica associati realizzano ogni giorno. E ora, nei ricchi programmi delle Giornate FAI di Primavera, due cattedrali dell’acqua della Bonifica Renana entrano a pieno titolo, tra i beni che il FAI Emilia-Romagna apre a tutti i cultori della bellezza del nostro territorio: Bagnetto, a Castello d'Argile, è una della due, mentre l'altra è l'impianto Liberty di Saiarino (Argenta, Ferrara). Entrambi saranno visitabili il 25 e 26 marzo in occasione del weekende delle Giornate FAI di Primavera. 

Bonifica renana: la rete di canali e opere

Il nodo idraulico di Bagnetto 

Nella pianura a sinistra del fiume Reno, il nucleo strategico per la gestione delle acque che dall’Appennino scendono a valle e confluiscono nel nostro principale fiume pensile si trova nella località Bagnetto, all’incrocio tra le terre di Sala Bolognese e Castello d’Argile). E qui è possibile visitare l’impianto idrovoro storico di Bagnetto situato nel punto di confluenza del Samoggia e del Reno. Costruito nel 1925 e potenziato negli anni ‘80, lo stabilimento costituisce una delle principali opere di bonifica e sistemazione idraulica che hanno reso possibile la coltivazione e gli insediamenti umani nelle zone un tempo paludose della sinistra del Reno. La bella costruzione, dalle fattezze simili a una massiccia fortezza medievale, racchiude gli strumenti di governo e presidio di gran parte delle acque superficiali del territorio. Infatti, tramite le idrovore meccaniche consente l’immissione in Reno del Collettore delle Acque Basse, il canale artificiale che raccoglie le acque di 5.000 mila ettari di pianura prive di capacità naturale di scolo, trovandosi ad un livello più basso dell’alveo del fiume Reno. Per questo all’interno dell’affascinante struttura Liberty si trovano le tre imponenti pompe idrovore storiche in grado di sollevare fino a 10 metri cubi d’acqua al secondo. All’esterno dell’edificio principale, si trovano la chiavica emissaria dotata di due paratoie di difesa e di due coppie di porta vinciane. Da lì, si accede all’argine del fiume, punto di vista sopraelevato e panoramico che consente di ammirare la struttura protoindustriale di Bagnetto, l’ecosistema di grande valenza naturalistica del punto di confluenza tra il Samoggia e il Reno e la pianura coltivata circostante. Dal centro museale si parte per l’esplorazione della cassa di espansione del canale Dosolo, realizzata nel 1925 per contenere le piene provenienti da monte. L’acqua dell’alta pianura, ad ovest di Bologna, trasportata dal Dosolo, viene convogliata nella cassa e vi sosta fino a quando la diminuzione delle piogge e lo scorrere delle acque verso il mare ne consentono il deflusso per gravità nel vicino fiume Reno. La cassa di espansione è in grado di accogliere un milione di metri cubi di acqua che altrimenti, in caso di piena, allagherebbero il territorio circostante. Dal 1991 anche nella cassa del Dosolo si è avviata un’intensa attività di rinaturalizzazione e valorizzazione ambientale con la conversione d’uso dei suoli: prati e campi si alternano oggi a pioppeti, boschi, siepi, e zone umide. 

L'impianto Bagnetto, in Comune di Castello d'Argile (Bologna)

Bagnetto

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