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Cronaca

Giornata contro la violenza di genere: "Non una di meno" in corteo il 25 novembre

Il movimento femminista torna in piazza anche di fronte "all'aumento dei femminicidi. In Emilia-Romagna la scorsa settimana sono state uccise quattro donne"

L'appuntamento è in piazza del Nettuno, alle ore 18.30, il giorno è il 25 novembre, la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. "Non una di meno Bologna", il movimento femminista e transfemminista globale torna quindi a manifestare anche di fronte "all'aumento dei femminicidi e alla miopia delle istituzioni, capaci di rispondere solo con misure emergenziali". 

In Emilia-Romagna la scorsa settimana sono state uccise quattro donne per mano di compagni, mariti, ex partners, amanti, figli. Juana Cecilia Hazana Loayza, Elisa Mulas, Anna Bernardi e Milena Calanchi sono solo gli ultimi nomi che si aggiungono a una lista insopportabilmente lunga, che quest'anno conta più di cento femminicidi. Non è per troppo amore o a causa di raptus di follia, ma è l'ordinaria brutalità e la normalizzazione della violenza patriarcale e machista che innerva tutta la società" e "in Parlamento si applaude all'affossamento del ddl Zan".

"Questa violenza si riproduce anche a livello istituzionale con misure emergenziali - si legge nella nota - un esempio è il nuovo piano governativo antiviolenza che, a un anno di distanza dalla scadenza del precedente piano, non è ancora operativo, mentre i Centri Anti Violenza femministi sono sempre più sotto attacco. I fondi stanziati sono insufficienti e i tempi di erogazione sono tornati ad allungarsi: di quelli previsti nel 2020 solo il 2% è stato assegnato". 

Per il movimento "nella stessa direzione si inserisce il reddito di libertà, che in nessun modo romperà il ricatto economico che obbliga molte donne e persone LGBT*QIA+, – dipendenti da mariti e genitori/parenti – ad accettare la loro violenza pur di sopravvivere, ancora di più quando migranti senza un permesso di soggiorno. Queste misure sono parte di un piano nazionale di rilancio (PNRR) che continua a promuovere misure familistiche ed assistenziali. Ponendosi l'obiettivo di colmare il divario nella retribuzione e di favorire l'aumento delle donne in posizioni di responsabilità, continua a promuovere sgravi fiscali alle imprese, senza migliorare in modo sostanziale le nostre condizioni di lavoro. Nell'ultimo anno in Emilia Romagna circa tremila donne si sono licenziate, di cui il 70% ha figli, rafforzandone la dipendenza economica. Il PNRR andrà a smantellare il sistema sanitario nazionale secondo logiche neoliberali aggravando le disuguaglianze regionali e limitando ulteriormente l'accessibilità all'accesso all'aborto, alle terapie ormonali, che ignora le malattie croniche femminili, che limita l'accesso alle cure per le migranti senza residenza o permesso di soggiorno". 

A Roma invece il 27 novembre, si terrà la manifestazione nazionale. 

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