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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Centro Storico / Piazza Maggiore

25 novembre, NO al femminicidio: la 'marcia' delle donne a Bologna

Sindacati, associazioni, cittadini e cittadine impegnati in un fitto programma di eventi tra dibattiti e flash mob. Affollato il corteo che ha visto anche la partecipazione degli uomini, non invitati

Oggi la giornata mondiale del NO alla Violenza sulle Donne: sulla facciata di Palazzo d'Accursio un grande drappo rosso. Uno stop simbolico dal lavoro di 15 minuti. Ma anche incontri, dibattiti, e tante scarpe rosse per ricordare le donne che non ci sono più. Palloncini rossi  o i drappi alle finestre, come quelli del palazzo comunale o della sede Pd di Bologna.

Così l'Emilia-Romagna ha ribadito il suo no ad ogni forma di violenza contro le donne. L'adesione allo 'sciopero' delle donne è appoggiato dalla Cgil, e Cobas. "Non basta più denunciare le violenze, e non basta neppure il lavoro dei centri antiviolenza, pur così prezioso: le donne chiedono di poter vivere in una società che vuole realmente cambiare la cultura" ha sintetizzato il senso del sì allo sciopero la senatrice bolognese Rita Ghedini (Pd). 

Tra le tante iniziative, un flash mob organizzato da Amnesty International in Piazza Maggiore: tantissime scarpe rosse, simbolo della violenza sulle donne, i nomi delle vittime scritte sui cartelli.

CORTEO. Sindacati e associazioni si sono ritrovati in n piazza XX Settembre, da dove è partita una marcia fino a Piazza del Nuttuno. Solo donne a sfilare. Un piccolo 'malinteso' ha coinvolto il Parlamentare PD Andrea De Maria che aveva annunciato la sua presenza, mentre gli uomini non erano invitati: "Nessuna volontà di imporre la mia presenza e rispetterò la volontà delle organizzatrici, non lo sapevo".

Manifestazione delle Donne: (foto Erika Piccinelli)

Intanto Giovanni Favia, consigliere regionale indipendente, ha chiesto che la Regione Emilia-Romagna sia parte civile in tutti quei processi che vedono coinvolte delle donne vittime di violenza e di creare un Fondo di solidarietà.

PROCESSO CARAMAZZA, IL COMUNE 'PARTE CIVILE'. E proprio oggi la presidente del consiglio comunale di Bologna Simona Lembi ha annunciato che il Comune sarà parte civile nel processo per la morte di Silvia Caramazza, commercialista uccisa e messa in un freezer, per il delitto è accusato il suo compagno.

Quella odierna, ha spiegato Palma Costi, presidente dell'Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna è "Una giornata che affrontiamo con troppi lutti al braccio. Lutti che sono solo la punta dell'iceberg di una quotidiana, terribile e sommersa piaga chiamata violenza, di cui le donne sono vittima spesso dentro le mura domestiche".

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