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Cronaca

Una giornata per le vittime africane del colonialismo, la proposta da Bologna

Da svolgersi il 19 febbraio, in ricordo delle vittime africane durante l'occupazione coloniale fascista

"Istituire a Bologna, proprio in quanto città che presenta più di altre numerose tracce-simbolo di questo pesante passato, la Giornata della memoria per le vittime del colonialismo italiano, da svolgersi il 19 febbraio, in ricordo delle vittime africane durante l'occupazione coloniale italiana".

E' la proposta approvata ieri dal Consiglio comunale, si tratta di un ordine del giorno presentato da Siid Negash della lista Lepore sindaco. L'odg, dunque, impegna la Giunta ad istituire la Giornata della memoria per le vittime del colonialismo italiano e poi a "modificare conseguentemente le targhe di una serie di strade o piazze ispirate al colonialismo, riportando sulle stesse una spiegazione, in caratteri più piccoli sul margine inferiore, che faccia riferimento agli episodi storici, in gran parte autentici crimini, iniziando da quelle che sono state luogo di eccidi e stragi".

Infine, l'odg consegna alla Giunta l'impegno "a fare in modo che la Commissione toponomastica del Comune si faccia carico di intitolare luoghi pubblici cittadini non più a nomi di luoghi o magari a episodi che riportino al colonialismo ma ad altre figure come ad esempio Angelo Del Boca, Zerai Deres, Omar el Mukhtar, Ilio Barontini. A Paulus e a coloro che fondarono il giornale 'La Voce degli Abissini': Domenico Rolla, Petrus e Anton Ukmar, Johannes. O, ancora, alla Banda Mario, formata da partigiani stranieri provenienti dalle colonie, e agli Arbegnuoc, i combattenti etiopici che, dopo la fine ufficiale della guerra d'Etiopia e l'esilio di Hailé Selassié, si opposero strenuamente all'occupazione e alla perdita dell'indipendenza".

L'odg è stato approvato all'unanimità ma, nei fatti, con i voti del solo centrosinistra: le opposizioni di centrodestra al momento del voto hanno lasciato l'aula, fa sapere Negash. 

"Tanti studi approfonditi e ben documentati hanno stimato in almeno 700.000 le persone vittime del colonialismo italiano in Eritrea, Libia, Etiopia, Somalia e Balcani, periodo storico iniziato con i governi liberali nella seconda metà del 1800 e culminato con il fascismo; E’ stato ampiamente provato il largo uso di aggressivi chimici contro le popolazioni locali, utilizzati sporadicamente in Libia, e massicciamente in Etiopia dove, nel corso degli anni 1935-39, vennero impiegate non meno di 500 tonnellate di gas chimici".

"E’ stato ampiamente documentato l’uso dei campi di prigionia, in Eritrea, nell’isola di Nocra, in Cirenaica, ad Agedabia, Marsa Brega, Sidi Ahmed el-Magrun, el Abiar, el Agheila e Soluch, in Somalia, a Danane".

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