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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Centro Storico / Piazza della Mercanzia

Grande successo per le giornate Fai: file interminabili per le visite ai palazzi

File interminabili, tempi di attesa lunghi, ma tanti sguardi soddisfatti dalla bellezza dei nostri tesori. Affollatissimo Palazzo delle Mercanzie e la Biblioteca Universitaria

File lunghissime e tempi di attesa che non hanno scoraggiato le centinaia di persone impazienti di visitare i luoghi eccezionalmente aperti al pubblico grazie alle Giornate Fai di primavera. Grande soddisfazione dunque, come sottolinea la presidente del Fai Bologna Claudia Tonelli per l'iniziativa che per il secondo anno consecutivo regala un week-end di cultura: "Un'affluenza che ci ha lasciati piacevolmente sorpresi, numeri che ci rendono orgogliosi. I nostri volontari sono circa 200, mentre superano i 500 gli aspiranti ciceroni che si stanno dando da fare per valorizzare i luoghi bellissimi che oggi sono aperti a tutti". 

"Sono di Bologna, ma mi sono trasferita a Milano per lavoro - racconta una ragazza mentre fa la fila davanti a Palazzo della Mercanzia - Amo la mia città e oggi sono tornata apposta per vedere l'interno del Palazzo della Mercanzia. La fila che ho fatto è durata un paio di ore ma ne è valsa certamente la pena". Anche una coppia del Ferrarese, affezionata delle giornate Fai, conferma il fatto che i tempi di attesa non siano nulla rispetto alla gratificazione che arriva durante la visita: "Siamo partiti questa mattina presto destinazione Bologna per godere di questi luoghi. Lo facciamo spesso, conosciamo il Fai e seguiamo le loro iniziative". 

Giornate FAI di primavera: grandi folle nel weekend

Oltre 900 visite straordinarie a contributo libero in 380 località in tutte le regioni d’Italia: è il più importante evento di piazza dedicato ai beni culturali, una grande festa che si svolge fuori e dentro di noi. Fuori ci sono i luoghi dove darsi appuntamento per “riconoscersi” e vivere la gioia della cultura, tutti insieme in una serena atmosfera di condivisione. Dentro ci siamo noi, con le nostre storie e con la nostra curiosità a personalizzare ciò che vediamo.

Molte cose non sono le stesse, nei due giorni di aperture eccezionali organizzate dal FAI: gli italiani non si innervosiscono mentre sono in coda in attesa di visitare un luogo, ma ne approfittano per confrontarsi e condividere esperienze; gli adulti non sono coloro che trascinano i giovani, ma al contrario sono i giovani, volontari e Apprendisti Ciceroni del FAI, a guidare gli adulti, accompagnandoli nelle visite e raccontandone le storie. E tanti luoghi si trasformano: da chiusi e invisibili ora si aprono, da ignoti diventano noti e anche quelli che fanno parte della vita di tutti i giorni (stazioni ferroviarie, fabbriche, porti) vengono raccontati e si svelano ricchi di sorprese.

Fra i palazzi aperti quello della Mercanzia e la preziosissima Biblioteca Universitaria:

Palazzo della Mercanzia. Sede della Camera di Commercio di Bologna dal 1797, il Palazzo della Mercanzia è un luogo simbolo del commercio cittadino, edificato nel Trecento con la nascita e lo sviluppo del libero comune per ospitare il Foro dei Mercanti e alcune Corporazioni. Esempio di eclettismo stilistico, è caratterizzato dalla compresenza di stilemi romanico-lombardi, gotici, come testimonia il balcone con baldacchino, e classico-naturalistici, che si possono riscontrare nei capitelli adornati con elementi floreali. Questa eterogeneità stilistica è probabilmente dovuta al contributo di artisti provenienti da scuole diverse a cui fu affidata la realizzazione delle decorazioni e delle sculture. Suggestiva la scala decorata con trecento stemmi dei giudici della Mercanzia (dal 1432 alla fine del Settecento) e con quelli delle dodici arti maggiori. Il palazzo custodisce le ricette, depositate con atti notarili, di alcuni piatti tipici che fanno parte della storia e dell’arte culinaria della città: dalla ricetta del ripieno del vero tortellino bolognese, alla ricetta e alla misura perfetta della tagliatella fino a quella del certosino di Bologna, tipico dolce natalizio.
Biblioteca Universitaria

La Biblioteca Universitaria, oltre a conservare un ingente patrimonio librario – più di 1.300.000 volumi, di cui circa 115.000 edizioni antiche, 11.000 manoscritti e un considerevole materiale grafico, incunaboli e papiri – affonda le sue radici in una storia antica. Nasce come biblioteca al servizio dell’Istituto delle Scienze e delle Arti fondato nel 1712 dal conte Luigi Ferdinando Marsili per dotare la città di una moderna struttura di ricerca, aperta alla pratica sperimentale, e si afferma presto come una vera e propria biblioteca universale. La costruzione riprende nella facciata porticata le forme cinquecentesche dell’adiacente Palazzo Poggi e trova la sua espressione più monumentale nella grandiosa aula rettangolare al primo piano, suddivisa in tre parti da quattro colonne di ordine composito che sostengono l’ampia volta. L’arredo interno, con sontuose scaffalature in noce rifinite in radica disposte a pettine, è coronato in alto da busti di uomini illustri, realizzati in terracotta trattata a somiglianza del bronzo. A seguito delle riforme napoleoniche, la biblioteca entrò a fare parte dell’Università di Bologna e la grande Sala del Dotti mantenne a lungo la doppia funzione di sala di lettura e di Aula Magna dell’Università. 
 

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