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Cronaca

Giovani isolati in casa, la mamma: "Ho tolto internet, mi hanno picchiata"

Il racconto emerso durante un incontro a proposito della sindrome 'Hikikomori'

"Ho 2 figli di 26 anni, gemelli, che all'ultimo anno delle superiori hanno mollato tutto. Compreso lo sport. Delusi dalla vita, dalla separazione dei genitori. Sono diventati hikikomori. Poco tempo dopo hanno lasciato anche il lavoro. Sono assenti. Come lo sono i servizi sociali, che non mi hanno dato alcun aiuto. Senza considerare che sono stata costretta a denunciare i miei figli: quando provavo a staccare loro la connessione Internet mi picchiavano".

È la storia raccontata da una madre nel primo incontro del ciclo di seminari sul fenomeno degli hikikomori realizzato dall'istituzione Minguzzi della Citta' metropolitana in collaborazione con il Dipartimento Salute mentale e Dipendenze patologiche dell'Ausl di BOLOGNA.

"Lo spiccato individualismo presente nella nostra società, la ricerca del successo a qualsiasi costo e la competitività estrema, portano molti ragazzi a non sentirsi all'altezza delle aspettative, provocando in loro un senso di frustrazione che può sfociare nella ricerca di zone di protezione, come la casa e la propria camera" ha detto Clede Maria Garavini, Garante regionale per l'infanzia e l'adolescenza.

Giovani che si isolano dalla società: cosa è la sindrome 'Hikikomori'

Come intervenire? Per Garavini, "le risposte vanno date guardando ai singoli casi, adeguando ai ragazzi le metodologie. Bisogna entrare nei loro spazi per attivare in loro pensieri ed emozioni. E per farlo occorre costruire una rete umana, da affiancare alla rete digitale. Si tratterebbe di una delle più alte operazioni culturali nell'epoca del narcisismo".

Sanità, scuola, tutela dei minori e universo sociologico sono stati i temi affrontati. Angelo Fioritti, direttore del Dipartimento di Salute mentale e delle dipendenze dell'Ausl di Bologna, ha chiarito le cause che pregiudicano una buona salute mentale nei giovani. "La demografia attuale, la distanza inter-generazionale, lo stress nella transizione studio-lavoro, le disuguaglianze aumentate in modo spaventoso, soprattutto tra giovani e anziani, descrivono una situazione che spiega il perché negli ultimi anni i giovani che hanno richiesto l'accesso ai servizi sanitari siano sempre di più" ha detto Fioritti.

Il dato è internazionale ma riguarda anche l'Emilia-Romagna, con un aumento del 43% dei giovani tra i 14 e i 17 anni ricorsi alle cure neuropsichiatriche, negli ultimi anni". L'Ufficio scolastico regionale ha raccolto i numeri degli hikikomori in tutte le 687 scuole emiliano-romagnole: sono 346 i casi segnalati.

"Non parliamo di ragazzi malati di social, semmai lo diventano dopo, in quanto tramite Internet mantengono un contatto unidirezionale con il mondo- ha detto Stefano Versari, direttore generale Ufficio scolastico regionale- I cosiddetti ragazzi d'oro sono coloro che piu' somigliano agli hikimori giapponesi. Ragazzi che all'improvviso si spezzano e vanno in frantumi". Le soluzioni pensate dalla scuola prevedono, "interventi personalizzati quali, ad esempio, l'accompagnamento del percorso scolastico a casa o anche rapporti che gli istituti scolastici dovrebbero intrattenere tramite i social". Rita Casadei, pegagogista dell'Università di Bologna, ha proposto di guardare al fenomeno da una prospettiva ribaltata, "quella dei ragazzi che scelgono di isolarsi, perché non più motivati, che quindi fuggono da un mondo che ritengono fallito. Il silenzio sarebbe una scelta naturale, seppure espressa in modo negativo, di fronte alla distrazione e all'assenza della nostra società". (Rer/ Dire)

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