Bolognesi a Parigi, Giovanna rivive l'incubo: "A pochi passi da me le sirene del Carillon"
E' scampata all'atto terroristico che ha colpito Parigi e racconta una città che non si riprende: "C'è qualcosa di apocalittico. Siamo avvelenati, costretti a pensare a cose orrende"
Giovanna D'Ettorre è bolognese, ma vive a Parigi da diversi anni. Venerdì sera era nella sua casa, a pochi passi dal Carillon, uno degli luoghi presi di mira dai terroristi, quando si è accorta che qualcosa non andava: "Ho sentito le sirene impazzite e ho scoperto da internet quello che stava accadendo. Paradossalmente è stata la stampa italiana a darmi più aggiornamenti rispetto a quella francese: sono rimasta incollata al computer per capire cosa stava succedendo a Parigi, a pochi passi da me".
Ti avranno chiamato i tuoi parenti dall'Italia per sapere se stavi bene... "Un'ondata di telefonate per sapere se stavo bene, se ero al sicuro. Ho tranquillizzato parenti e amici in Italia"
Ci sono conoscenti o amici tuoi fra le vittime degli attentati? "Per fortuna no, nessuno nè fra le vittime nè fra i presenti".
Parigi i giorni dopo gli attacchi: la città come vive? "C'è un'atmosfera apocalittica, la città è silenziosa e a mezzogiorno di ieri tutti hanno rispettato il minuto di silenzio, un momento incredibile: strade vuote, gente spenta. Chi collabora con me mi ha chiesto se saremmo andati al lavoro e io ho detto di si, perchè almeno si ha un'illusione di quella normalità che non c'è".
Cosa dice la gente dei bombardamenti francesi sulla Siria? " Le persone con cui parlo sono disgustate. Ci chiediamo tutti da dove arrivino le armi e i soldi per fare questa guerra. Ci chiediamo perchè questi giovanissimi killer non abbiano un'identità e ci sentiamo tutti intossicati da qualcosa, obbligati a pensare cose orrende, riflettere sul dolore e sulla cattiveria umana. C'è qualcosa di tragico nel senso antico del termine, nel senso di senza soluzione".
