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Cronaca

Mafia, catturato super-latitante: rapine, riciclaggio, estorsione e bancarotta

L'uomo ''avrebbe 'ripulito' i proventi di attività di affiliati a 'Cosa Nostra'''. Fermato all'aeroporto di Fiumicino ieri: è l'epilogo dell'attività d'indagine avviata nel marzo scorso dalla Mobile di Bologna

A mesi dalla fuga e dall'avvio delle attività d’indagine ieri pomeriggio è stato catturato il latitante Giovanni Costa, classe 1953, di origini palermitane. L'uomo era gravato da un mandato di cattura internazionale.

Era infatti ricercato poiché aveva da espiare una pena di oltre 12 anni di reclusione per diverse condanne inerenti i reati di rapina, riciclaggio, estorsione e bancarotta fraudolenta a seguito di provvedimento emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo.

A bloccare l'uomo, mentre si trovava all'aeroporto di Fiumicino, introno alle ore 17, è stato il personale della Polizia Nazionale Dominicana, che ha consegnato il fuggiasco alle autorità italiane. Infatti Costa avrebbe appunto trovato rifugio a Santo Domingo per sfuggire al mandato di cattura.
L'operazione è stata condotta dalla Squadra Mobile di Bologna - sezione catturandi, in collaborazione col personale del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, della Divisione Interpol e del Settore Polizia di Frontiera.

COLLUSIONE MAFIOSA. L'uomo - batte l'agenzia di stampa Ansa - ''avrebbe 'ripulito' i proventi di attività di affiliati a 'Cosa Nostra'''. Nel 2001, la Procura della Repubblica di Palermo, in seguito a rivelazioni di alcuni pentiti, ha accusato Costa di avere riciclato denaro - stimato in circa 900 miliardi di vecchie lire - di provenienza mafiosa ritenendolo interno alla cosca riconducibile alla famiglia mafiosa di 'Portanuova', con a capo Pietro Aglieri per il tramite dei capi famiglia salvatore e Vincenzo Montalto di Villabate. Nel 2004, Costa è stato sottoposto a sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno a Bologna, per 5 anni, con il contestuale sequestro di tutti i beni, da parte del Tribunale di Bologna. Costa, infatti, risultava essere ex titolare ed amministratore unico del cantiere navale 'Mochi Craft' di Pesaro e della controllata 'Poliver' di Fano, oltre ad essere in possesso di società immobiliari, assicurative e di costruzioni e, attraverso altre società immobiliari, titolare di diversi appartamenti nel villaggio turistico 'Porto Rosa' di Furnari nel Messinese, nell'isola di Vulcano e a Villabate. Insieme alla ex moglie, avrebbe 'ripulito' i proventi di attività di affiliati a 'Cosa Nostra' ''mediante una truffa finanziaria, organizzata in Sicilia da Giovanni Sucato, trovato carbonizzato dentro la sua auto, nel 1995''. Le attività finalizzate alla cattura del latitante sono iniziate lo scorso marzo con le intercettazioni telefoniche delle utenze in uso ai familiari che hanno consentito di localizzarlo nella Repubblica di Santo Domingo. Grazie a intercettazioni telematiche e al monitoraggio delle carte di pagamento, l'uomo è stato localizzato, in dettaglio, in località La Romana. Il latitante, espulso dal Paese sudamericano, è giunto alle 17 di ieri in Italia all'aeroporto di Fiumicino e condotto nel carcere di Civitavecchia.

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