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Cronaca

Giuseppe Dozza, oggi l'anniversario del sindaco "dei diritti delle persone"

Amatissimo, innovativo, padre di una vera democrazia: oggi si ricorda Dozza con la deposizione di una corona e con la proiezione del documentario a lui dedicato

Oggi ricorre il 41° anniversario della morte del sindaco Giuseppe Dozza, deceduto il 28 dicembre del 1974. Per ricordarlo diverse occasioni fra cui una cerimonia in Certosa con la deposizione di una corona sulla sua tomba e la proiezione di un documentario a lui dedicato e interpretato da Ivano Marescotti.  Fu sindaco di Bologna dalla fine della Seconda Guerra mondiale al 1966.

Giuseppe Dozza nacque a Bologna 1901 da una famiglia modesta, da padre fornaio e madre casalinga. Fu tra i fondatori del Partito Comunista d'Italia nel 1921 e dopo un periodo di esilio trascorso in diverse capitali d'Europa, nel '43 rientrò in Italia in modo clandestino e partecipò poi alla lotta armata da Bologna. Quando partì per Bologna sapeva già che dopo la Liberazione sarebbe diventato sindaco. E così fu.

Dozza dunque guidò Bologna negli anni post-bellici; la gioia per la Liberazione, ma allo stesso tempo una città che si è risvegliata dalla guerra con tanti problemi: abitativi, igienici, di ordine pubblico e chi più ne ha più ne metta. Per prima cosa Dozza cercò di coinvolgere i cittadini nell'amministrazione della loro Bologna e invitarli a prendere parte alla cosa pubblica: ecco che nascono i Consigli tributari e le Consulte popolari cittadine.

Una delle cose per cui è ricordato Giuseppe Dozza sono gli "uffici di vetro", che erano poi quelli dei tributi: affinchè i cittadini vedessero con chiarezza come l'Amministrazione lavorava sui redditi, le pareti erano diventate trasparenti. Ma grande spazio fu dato anche alla cultura e in particolare all'Università, alla quale venivano destinate somme consistenti di denaro. Dozza si occupò anche di progetti quali la tangenziale, il quartiere fieristico, il rilancio della vita culturale.

Giuseppe Dozza si ammalò, nel 1966 si ritirò e nel 1974 morì.

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