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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Furti in casa, truffe e spaccio, il capo della Mobile: "Telecamere? Ne servirebbero di più"

Per il dirigente di polizia Giuseppe Pititto l'attenzione va concentrata anche al fenomeno delle truffe agli anziani: "Crimine odioso, bisogna ricordare ai nostri cari che il domicilio è inviolabile, soprattutto dagli sconosciuti"

"Telecamere in città? Ce ne vorrebbero un po' di più". E' l'esortazione di Roberto Giuseppe Pititto, 48 anni, dirigente di polizia con una lunga esperienza a Milano e in altre città, da due mesi nuovo capo della squadra mobile di Bologna. Pititto parla in merito al contrasto dei reati più comuni in città, tra questi le truffe agli anziani e i furti in appartamento, oltre al fenomeno dello spaccio di droga. 

Pititto, servono più telecamere di sorveglianza?

Sì, servono. Rendiamoci conto che ci sono tipologie di reati dove il supporto di un impianto di sorveglianza è fondamentale per le indagini. Solo nell'ambito di furti in abitazione e truffe agli anziani, i malviventi molto spesso vengono da fuori città. Quindi, immaginiamo un sistema di sorveglianza, magari con dispositivo di lettura targa (il Comune ha in cantiere per il 2021 proprio una nuova rete di occhi elettronici, ndr), che possa monitorare l'accesso alle principali vie della città, consentirebbero di sapere chi arriva e quando. Questo rafforza sicuramente l'attività di contrasto a questo tipo di reati. Le telecamere dei privati danno una mano sì, ma in diversi casi sono risultate spente o non funzionanti.

Si parla di furti in abitazione. Come siamo messi a Bologna? Il Covid, e quindi la maggior presenza delle persone nelle abitazioni, ha portato a una diminuzione del fenomeno?

Un calo statistico c'è stato, ma episodi continuano a verificarsi. Stiamo parlando di quattro-cinque furti alla settimana. Particolarmente attenzionata è la zona a ridosso dei viali, quella pedecollinare e quella collinare. Qui operano bande specializzate, che studiano attentamente i movimenti di chi hanno preso di mira, anche in considerazione di eventuali sistemi di prevenzione, come telecamere e allarmi.

E i furti in casa che colpiscono altre zone della città?

Nelle altre zone, molto spesso il furto è collegato alla possibilità di accedere all'interno dell'abitazione. I ladri insomma fanno molto caso a cogliere il momento, in base alla vulnerabilità degli appartamenti. Tanto più è facile entrare in casa, tanto più c'è la tentazione di farlo.  E c'è un altro dettaglio. Molto spesso l'ammanco riscontrato dopo il furto è nullo o di scarso rilievo, con il danno per l'effrazione che supera il valore dell'asportato.

Chi sono i 'topi d'appartamento? Quando entrano in azione?

Secondo i riscontri delle persone poi individuate e denunciate per questo tipo di reati, i gruppi dediti a questo tipo di crimini sono prevalentemente di origine est europea, ma anche qui non si esclude la presenza di componenti italiani e di etnìa sinti. La fascia oraria più a rischio è quella pomeridiana, che di solito va dalle 15 alle 20. 

Sullo spaccio di droga, le norme anti-Covid hanno portato i pusher a ricevere i clienti direttamente a casa?

E' una peculiarità di questo periodo, e c'era da aspettarselo. I luoghi sono anche altri, come i parchi pubblici, tanto più che in strada ci si può stare sempre più difficilmente, causa Covid. Abbiamo acclarato incontri in luoghi di privata dimora, a volte non riconducibili allo spacciatore singolo.

Bologna è più uno snodo o un mercato finale dello spaccio?

Come tutte le grandi città, la domanda di stupefacenti è rilevante, soprattutto di cocaina, hashish e marijuana, anche eroina. D'altro canto vi è sicuramente la presenza di pregiudicati di più che discreto rilievo, che possono movimentare grossi quantitativi di sostanze, diretti anche su altri canali.

C'è un gruppo egemone di pusher che opera in città, oppure ci sono più realtà autonome?

E' una realtà variegata. Qui a Bologna non c'è un monopolio vero e proprio, non come in altre realtà territoriali, ma ci sono nuclei criminali che agiscono in autonomia. Oltre ai gruppi composti al loro interno da cittadini italiani, una buona dello spaccio viene esercitato da criminali di origine nordafricana. Vi è poi la presenza anche di clan malavitosi di origine sub-sahariana, in particolare quelli nigeriani. Questi non solo si dedicano allo spaccio, ma hanno un ruolo nella tratta e nello sfruttamento della prostituzione. Infine, lo smercio di sostanze illegali è tenuto in questo territorio anche da bande di origini albanesi. Come zone di azione, il fenomeno nel centro storico ultimamente si è leggermente diradato, si registrano invece attività in Bolognina, in San Donato, al Pilastro. Vorrei però rivolgere un appello per un altro tipo di reati.

Quali?

Le truffe agli anziani. E' un fenomeno che ho già visto anche nelle altre grandi città dove ho lavorato, presente in maniera massiva. Un fenomeno odioso, che per forza di cose prende di mira persone fragili. E vorrei rinnovare un avviso alle potenziali vittime, quanto ai loro parenti che sensibilizzino su questo punto. 

Prego.

L'appello è uno solo: non fate entrare in casa sconosciuti e chiamate le forze dell'ordine al minimo sospetto. Siano essi sedicenti amici di parenti, membri delle forze dell'ordine, addetti alle utenze di gas, luce, acqua. Non cambia la sostanza. Gli sconosciuti non devono mai entrare in casa. Mai.

Ma come funzionano questi raggiri, e perché è difficile cogliere i truffatori in flagranza?

Noi facciamo il possibile, ma in molti casi sono le stesse vittime che si rendono conto della truffa subita con ritardo, e quindi non è semplice per noi individuare a posteriori l'autore di questi deprecabili reati. Tanto più che i malviventi di questa risma si spostano continuamente da una provincia a un'altra. Il raggiro e le vittime però, vengono studiati con attenzione, in alcuni casi per diversi giorni, per accumulare le informazioni necessarie per poi spacciarsi verbalmente con scuse credibili e conquistare la fiducia del malcapitato. Quindi, in via preventiva, è fondamentale non prestare il fianco, e chi non si conosce non si deve fare entrare in casa.

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