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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Nuovi arresti per 'Ndrangheta in Emilia: "Voracità di un sodalizio privo di scrupoli"

Esercizi commerciali nel mirino. L'appello della polizia: "Se vi sono altri esercenti che hanno ricevuto lo stesso trattamento si facciano avanti con le forze dell'ordine"

Le indagini sulle infiltrazioni mafiose nel tessuto economico dell'Emilia-Romagna continuano a oltre 4 anni dalla prima maxi-inchiesta denominata "Aemilia" che ha portato alla sbarra numerosi membri della cosca 'ndranghetista che fa capo alla famiglia Grande Aracri, originaria di Cutro, in provincia di Crotone. 

Il 24 settembre, la Squadra Mobile di Bologna ha eseguito una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip presso il Tribunale felsineo nei confronti di Paolo Grande Aracri, nipote del "boss" Nicolino, e Manuel
Conte, già arrestati a giugno scorso, ritenuti responsabili del reato di estorsione ed intestazione fittizia di beni. Le due ordinanze originano da un ulteriore approfondimento dell’indagine "Grimilde" che nel mese di giugno aveva già portato all’esecuzione di 16 provvedimenti restrittivi nei confronti degli appartenenti alla famiglia.

Si evidenzia ancora una volta "la volontà di inserimento nel tessuto produttivo, la voracità di un sodalizio privo di scrupoli a fare profitto" ha detto ai cronisti il capo della Squadra Mobile bolognese Luca Armeni. 

Infiltrazioni 'Ndrangheta nel tessuto commerciale emiliano | VIDEO

La vicenda che ha portato ai nuovi arresti

Si sviluppa agli inizi del 2018 quando i due hanno costretto un 40enne, proprietario di un bar in una via centrale di Parma, a cedere, quasi a costo zero, la sua attività attraverso un prestanome, mettendo fuori gioco un possibile acquirente. L'ex titolare, gravato da diversi debiti, non era riuscito a reagire e a denunciare, una volta venuto a conoscenza del cognome dell'estorsore. 
Costretto a sottostare alle loro richieste, ad accontentarsi di diventare un dipendente non pagato di quella che sino a poco tempo prima era la sua attività e la sua fonte di sostentamento e ad assecondare le richieste di denaro da parte dei due, infine ha denunciato gli episodi e le vessazioni alla Polizia che ieri ha notificato le ordinanze a Paolo Grande Aracri e Manuel Conte.

L'appello della polizia

"Il nome Grande Aracri è stata la loro fortuna, bastava pronunciarlo, ma da giugno scorso ha consentito ai testimoni di riconoscerli, di togliersi da quel cappio e raccontarci le loro storie" ha dichiarato il capo della Squadra Mobile, Armeni, rivolgendo poi un appello. "Se vi sono altri esercenti e commercianti che hanno ricevuto lo stesso trattamento e che, una volta eseguite le ordinanze del giugno scorso, abbiano il coraggio di raccontare quanto subito , si facciano avanti. Denuncino tutto alle forze dell'ordine". 

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