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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca San Giorgio di Piano

Dalla frode all'estorsione: due arresti della GdF, sequestrati beni per oltre un milione

Due pluripregiudicati arrestati, uno dei quali residente a S. Giorgio di Piano, e 11 indagati: erano riusciti a creare una rete di influenze in grado di condizionare imprenditori e terze persone

Il  Nucleo  di  Polizia  Tributaria  di  Ferrara  ha  eseguito  questa  mattina  due ordinanze  di  arresto  domiciliare  richieste  dalla  Procura  della  Repubblica  e disposte dal G.I.P. del Tribunale di Ferrara nei confronti di due soggetti "già noti" e pluripregiudicati che gestivano, tramite prestanomi, una società immobiliare di Poggio Renatico (FE) e una rivendita di auto a Ferrara.  
Le  indagini,  partite  nel  mondo  della  malavita,  hanno  permesso  di ricostruire  il  contesto  criminale  nel  quale  operavano  i  due  arrestati,  B.A.B., domiciliato  a  Poggio  Renatico, e G.C., residente a S. Giorgio di Piano: erano riusciti a creare una rete di influenze e si presume che i  "due  soci  in  affari" fossero in  grado  di  condizionare  imprenditori  e  terze  persone.

Reati che vanno dalla frode fiscale,  all’estorsione  e  alla  frode  in  commercio  e per  cui,  allo  stato,  sono indagate 11 persone.  In particolare è oggetto di approfondimento investigativo un sistema di frode all’I.V.A.  nel  commercio  di  autoveicoli  usati,  aggravato  dalla  sistematica alterazione del chilometraggio.
Per sfuggire ad ogni tipo di provvedimento di sequestro sui beni immobili e mobili,  i  due  soci,  peraltro  già  colpiti  da  misure di  prevenzione  emesse  dai Tribunali di Ferrara e Bologna, hanno realizzato il  fittizio trasferimento delle proprie attività a soggetti compiacenti, prestanome in altre parole.

Oltre  agli  arresti  è stato disposto il  sequestro di  quote  delle  società  che,  insieme  ad  altri  beni  sequestrati,  ammontano  ad  un  valore complessivo di circa un milione di euro.  La Procura della Repubblica di Ferrara ha altresì disposto l’esecuzione di 10 perquisizioni nei confronti del complesso degli indagati, eseguite oltreché nel ferrarese anche nelle province di Bergamo, Lodi e Cosenza

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