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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Maxi frode fiscale e contrabbando di carburanti: un arresto e 112 denunce

Acquistati con destinazione "motopesca", esente da tassazione, e rivenduti sottocosto. Gli indagati dovranno rispondere di associazione a delinquere, riciclaggio, auto riciclaggio, e reimpiego di proventi illeciti

I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Bologna hanno dato esecuzione al provvedimento
emesso dal G.I.P. Sandro Pecorella, arrestando, ai domiciliari, l’amministratore di una società che opera nel commercio di carburanti, con sede a Bologna, e al sequestro preventivo per 5 milioni e 300 mila euro a carico della società e del legale rappresentante.

Le indagini delle Fiamme Gialle del Nucleo di polizia economico-finanziaria, coordinate dal sostituto procuratore Marco Imperato, hanno portato anche alla denuncia  a vario titolo, di 112 persone per associazione a delinquere finalizzata alla commissione di reati in materia di accise e tributari, tra i quali l’omessa presentazione di dichiarazioni fiscali, riciclaggio, auto riciclaggio, reimpiego di proventi illeciti.

Incroci e riscontri con le banche dati in uso alla Guardia di Finanza hanno portato alla luce diverse realtà con sede in provincia di Bologna che operano nel commercio all’ingrosso di prodotti petroliferi, ma sprovviste di depositi e delle posizioni fiscali ai fini doganali.

Il modus operandi

Un meccanismo fraudolento sarebbe stato architettato da sei indagati con la complicità e collaborazione di altri operatori dislocati sul territorio nazionale e avrebbe consentito di evadere accise e IVA. In particolare, gli inquirenti ritengono che la società bolognese, gestita da una persona sprovvista di competenze nel comparto dei prodotti petroliferi e domiciliata, solo formalmente, presso la sede di un business center, avrebbe sfruttato la licenza di esercizio di un distributore di gasolio della provincia di Barletta-Andria-Trani "tanto da diventare il vero e proprio cardine dello strutturato disegno illecito" fanno sapere.

L’azienda, infatti, nella veste di “destinatario registrato” - figura, prevista dalla normativa, che identifica gli operatori autorizzati a ricevere prodotti non ancora sottoposti ad accisa - avrebbe acquistato da depositi coinvolti nella frode, 15 milioni di litri di gasolio, pari a 9 milioni di euro, da destinare a uso motopesca, settore esente da imposte.

Contrabbando di carburante

I prodotti, come accertato dalle Fiamme Gialle, sarebbero stati invece reimpiegati, per usi diversi, soggetti invece a tassazione (accise e IVA). 
L’ingente quantitativo di carburante sarebbe stato caricato su autobotti da trasportatori compiacenti e anziché raggiungere l’impianto di distribuzione pugliese - di fatto inattivo - per il rifornimento dei pescherecci, avrebbe preso altre direzioni, come emerso dalle immagini dell'ingresso e dell'uscita degli automezzi dalle autostrade, per poi essere venduto, in contrabbando, a prezzi più convenienti rispetto a quelli di mercato (circa 1 euro in meno al litro). Tutti gli operatori coinvolti sono quindi stati segnalati all’Autorità Giudiziaria per il reato di ricettazione, avendo beneficiato di prodotti il cui acquisto a prezzi al di sotto della media di mercato e che quindi di indubbia provenienza illecita.

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