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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Nullatenente ma con 500mila euro: Gdf incastra 66enne

Le indagini del Nucleo di Polizia economico-finanziaria sono partite dall'approfondimento di alcune segnalazioni di operazioni sospette

Nella veste di 'amministratore di fatto' di un'impresa edile in provincia di Bologna, fallita oltre 10 anni fa e oggetto di indagini da parte della Procura bolognese, "a ridosso della pronuncia della sentenza di fallimento della società (giunta su input dell'Autorità giudiziaria), ha distratto un compendio immobiliare di lusso, unico asset del patrimonio sociale, simulando compravendite con due imprese 'fantasma' con sede nelle Isole Vergini Americane e nella Repubblica di San Marino". 

Così facendo, spiega la Guardia di finanza, l'uomo, un 66enne bolognese con precedenti per frode fiscale e truffa ai danni dello Stato (accusa, quest'ultima, che però è caduta in prescrizione), era riuscito a "sottrarre il bene alla procedura fallimentare e a garantirsene il godimento indisturbato".

Ora, però, nei suoi confronti i militari hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo emesso dal gip bolognese Francesca Zavaglia. Al 66enne, indagato per reati fallimentari e autoriciclaggio, sono stati sequestrati, dettagliano i finanzieri, "denaro e beni per 500mila euro".

Le indagini del Nucleo di Polizia economico-finanziaria sono partite "dall'approfondimento di alcune segnalazioni di operazioni sospette", e hanno consentito di ricostruire le condotte illecite dell'uomo. I successivi sviluppi investigativi hanno permesso di "ricondurre al 66enne le società estere fittizie e di ricostruire come l'indagato, nel 2018, abbia venduto l'immobile a terzi", che l'hanno acquistato in buona fede e non sono infatti indagati, "per oltre 800mila euro, 'monetizzando' il provento dei reati fallimentari".

L'analisi accurata dei flussi finanziari ha poi portato alla luce "le successive condotte di autoriciclaggio, mediante le quali l'indagato, sconosciuto al Fisco e apparentemente nullatenente, ha trasferito i fondi dalla società sammarinese a due imprese nazionali sempre riconducibili a lui, inattive e schermate da un mandato fiduciario". Infine, dagli accertamenti è emersa, scrivono le Fiamme gialle, "la responsabilità dell'indagato anche in relazione al fallimento della società originariamente proprietaria del bene". (Dire-foto archivio)

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