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Cronaca

Guerra Ucraina, un'altra (maxi) carovana in partenza per il confine con la Polonia

Doveva essere una missione di alcuni parlamentari, ma poi è diventata una comitiva di una sessantina di mezzi e una novantina di sigle della società civile

Una novantina di organizzazioni per circa sessanta tra pullman e furgoni. Dopo quella di Mediterranea, un altra carovana sta per partire alla volta del confine tra Polonia e Ucraina, con il medesimo obiettivo di portare aiuti a chi sta scappando dall'invasione della Russia.

E' il progetto "Stop the war now - Azione di pace nonviolenza in Ucraina", che ha radunato ad oggi una novantina tra le maggiori realtà a livello nazionale come l'associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, Gruppo Abele, Cgil, Arci, Nuovi Orizzonti, Movimento dei Focolarini, Portico della pace, Pax Christi Italia, Operazione Colomba, Laboratorio salute popolare e Albero di Cirene.

Tra i promotori e coordinatori dell'iniziativa c'è il segretario generale della Comunità Papa Giovanni XXIII, Giampiero Cofano, che annunciò la missione coi parlamentari lo scorso 12 marzo dall'iniziativa per la pace in piazza Maggiore a Bologna. I connotati del progetto poi sono cambiati, i parlamentari non sono più previsti (a parte qualche adesione volontaria) e c'è invece la maggior parte della società civile italiana. "La Farnesina ci ha sconsigliato di partire- ammette Cofano, parlando alla 'Dire'- i parlamentari non vengono più, noi partiamo lo stesso".

Otto pulmini da Bologna

La carovana sarà agglomerata venerdì 1 aprile mattina a Gorizia, passerà il confine con l'Ucraina al valico con la Polonia e arriverà a Leopoli portando aiuti umanitari: da cibo in scatola e a lunga conservazione, fino a materiale medico e sanitario, anche per gli ospedali. Nella città ucraina, poi, sono in programma anche alcuni "gesti simbolici" per la pace, come sit-in in piazza, davanti alla stazione, e un piccolo corteo. "Ma dipende dalle sirene per i bombardamenti", sottolinea Cofano.

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A Leopoli, la missione della società civile italiana incontrerà anche il sindaco della città, il governatore, le autorità religiose e le associazioni locali, per una sorta di "diplomazia dal basso" e per mettere in campo quella "Azione di pace non violenta" che campeggia sul manifesto del progetto. Al ritorno è prevista la presenza sui pullman anche di 500 persone in fuga dall'Ucraina che saranno portate in Italia, tra cui un centinaio evacuate dalle zone più colpite, come quella di Kherson. "Siamo in contatto con gli ospedali e le associazioni del luogo", afferma Cofano. Della carovana fanno parte anche otto pulmini carichi di aiuti in partenza da Bologna, coordinati dal Portico della Pace.

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La raccolta degli aiuti ha cercato di mettere insieme anche prodotti per l'igiene e utensili da cucina, oltre ad alimenti e medicinali. Le consegne si fanno alla Casa-famiglia della Papa Giovanni in via Pirandello o alla parrocchia San Bartolomeo della Beverara. Sul sito del progetto si raccolgono anche donazioni in denaro. "Non vogliamo restare spettatori e sentiamo l'obbligo di esporci in prima persona- si legge sul manifesto- con i rappresentanti della società civile nonviolenta e pacifista e di altre realtà impegnate nella costruzione di pace, entreremo in territorio ucraino per testimoniare con la nostra presenza sul campo la volontà di pace e per permettere a persone con fragilità, madri sole e soprattutto bambini di lasciare il loro Paese in guerra e raggiungere l'Italia. Nel chiedere che si proclami immediatamente il cessate il fuoco, che si dia spazio alla diplomazia internazionale e alle Nazioni Unite per la risoluzione della controversia e che si consenta subito alle organizzazioni umanitarie internazionali di intervenire, ognuno di noi può fare qualcosa di più e di concreto per fermare questo scempio". (San/ Dire)

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