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Cronaca Centro Storico / Piazza San Francesco

"No war Ucraina", a Bologna la fiaccolata sabato 26 febbraio

Organizzata dal Portico della Pace, sarà Piazza Maggiore. I motivi del conflitto, secondo i promotori

Una mobilitazione che interesserà varie città quella di sabato 26 febbraio vs la guerra in Ucraina. 

A Bologna dalle ore 18, il Portico della Pace organizza una fiaccolata che si svolgerà in modalità statica in Piazza Maggiore. "Ucraina e Europa precipitano nell'incubo a cui non volevamo credere - si legge nella localndina - scendiamo tutti in piazza: società civile, comunità, movimenti, organizzazioni, tutte le anime. Per dire NO a leader mondiali e locali, assurdi o senza credito e lontani dalla sofferenza della gente, che trascinano il mondo in un'avventura senza ritorno. Non rendiamo inutile tutto il dolore dei nostri due ultimi anni di vita". 

I motivi del conflitto

Dal 2013 i rapporti tra i due stati si sono per così dire incrinati, da quando cioè il presidente Viktor Yanukovych, eletto nel 2010, decide di sospendere l'accordo di libero scambio con l'Unione europea, seguiranno proteste in tutto il paese che faranno almeno un centinaio di morti e si concluderanno con la messa in stato di accusa di Yanukovych a fine febbraio del 2014.

E veniamo alla Crimea. La penisola sul Mar Nero nello stesso anno insorge e proclama l'indipendenza chiedendo con un referendum (vinto con oltre il 95% dei voti), l'annessione alla Russia, mai accettata dall'Ucraina e avversata dall'Occidente. Nell'area orientale del paese, il Donbas, esplodono rivolte che portano alla guerra civile nelle province di Donetsk e Lugansk, dove vengono proclamate, a seguito di altri referendum, le Repubbliche popolari che si rifanno al quelle (ex) sovietiche.

I conflitti tra ucraini e separatisti hanno fatto almeno 14mila morti e oltre 730mila persone sono state costrette ad abbandonare le proprie case. 

Putin è interessato a mantenere l'influenza nel Paese per ragioni geopolitiche, oltre che territoriali, e intende impedire un'adesione dell'Ucraina nella Nato, aprendo così il confine occidentale della Russia al presidio dell'Alleanza Atlantica. 

Il processo di pace ha portato agli accordi di Minsk (siglati nel 2014 e 2015) che prevedono anche che Kiev assicuri autonomia alle regioni separatiste con l'amnistia per i ribelli, ma anche che militari russi si ritirino dal territorio. Condizioni non rispettate da nessuna delle due parti. 

A che punto siamo

Vladimir Putin in un discorso alla nazione ha ufficialmente riconosciuto le repubbliche separatiste, considerando l'Ucraina parte della Russia, con l'occidente che prepara un pacchetto sanzioni. 

Mentre il presidente ucraino Volodymyr Zelensky conferma l'intenzione di aderire a Ue e Nato sarebbe stato informato dall'amministrazione Biden che la Russia era pronta per l'invasione. Invasione avviata stamane.

(Articolo aggiornato alle ore 8.26 del 24 febbraio - cambio modalità manifestazione e aggiornamento situazione in Ucraina)

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