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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Hera, il Comune di Bologna ci ripensa: no alla vendita delle quote

Palazzo D'Accursio non solo terrà le proprie quote della multiservizi, rafforzerà anche la sua posizione nell'azionariato. Merola: 'No scelta demagogica. Non c'è più l'urgenza di vendere dettata da condizioni di bilancio'. Festeggiano i sindacati, ma il fronte vs la vendita delle azioni Hera resta ''caldo''

Il Comune di Bologna non venderà le sue quote Hera.  Il sindaco Virginio Merola lo ha annunciato oggi, definindola la "mossa del cavallo". Di certo, rispetto all'annuncio di alcune settimane fa sulla cessione è  una decisa inversione di rotta. Palazzo D'Accursio dunque si terrà le proprie azioni della multiservizi e chiederà ai sindaci dell'area metropolitana di condividere (Imola esclusa) un patto di secondo livello nel quale decidere assieme le scelte inerenti alle quote di Hera non vincolate e disponibili per il mercato.
"La scelta di non vendere non è un atto demagogico", assicura Merola che, solo qualche minuto prima dell'annuncio, ha incassato il placet dei sindacati confederali, con i quali si è impegnato per iscritto a non mettere sul mercato le azioni della società di viale Berti-Pichat. Del resto, spiega il sindaco, per Bologna non c'è più l'urgenza di vendere dettata dalle difficili condizioni di bilancio.

Intanto, ci sono i 40 milioni dei fondi strutturali europei assegnati direttamente alla città metropolitana e al Comune di Bologna, sul cui utilizzo Merola intende avviare un confronto con gli altri sindaci del bolognese e con i quartieri in un ottica di bilancio partecipato. Poi, altre risorse arriveranno dalla quotazione in Borsa dell'Aeroporto di Bologna (promesse in parte alla Fiera a supporto del piano di investimenti sul quartiere). Infine, il primo cittadino del capoluogo emiliano conta di strappare una quota consistente dei 2,5 miliardi dei fondi europei che la Regione si appresta ad erogare. "In passato alla provincia di Bologna arrivava il 30-40% di quei fondi. Se la Regione vuole creare la città metropolitana dovrà investire", scandisce Merola.
Il primo cittadino di Bologna intende far valere la promessa del governatore Stefano Bonaccini, che ha assicurato una programmazione condivisa, puntando, forse, a strappare una fetta più cospicua di risorse. Insomma, garantisce Merola, Bologna non ci rimetterà ne' "pregiudicherà la propria capacità di investimento". Anzi, rafforzerà la sua posizione nell'azionariato di Hera ("Ci rafforzeremo come azionista di maggioranza") e potrà "godere dei dividendi di Hera, che uscirà rafforzata dall'operazione che si farà con il rinnovo del patto" che porterà gli azionisti pubblici dall'attuale 51% al 38%. 

VITTORIA SINDACATI. Non solo lo stop alla vendita delle azioni di Hera in possesso di Palazzo D'Accursio, ma anche l'apertura politica "a un progetto di democrazia economica che prevede il coinvolgimento dei lavoratori dell'azienda e degli utenti nella governance" della utility. In un colpo solo, dunque, il sindacato porta a casa due risultati: "Due cose- sottolinea il segretario della Cisl di Bologna, Alessandro Alberani, dopo il vertice con il sindaco  Merola che ha sancito il cambio di marcia su Hera- che chiedevamo da tempo. Per noi oggi si può' parlare di una vittoria, e anche di un riconoscimento importante: mentre a Roma Renzi non si siede mai al tavolo con il sindacato, qui il primo cittadino incontra proprio il sindacato per annunciargli una scelta che poteva portare avanti da solo e prima ancora di renderla nota a stampa e Consiglio comunale".
L'accordo di oggi su Hera "è un fatto altamente positivo", insiste Alberani dicendo che spiana la strada anche al patto metropolitano per il lavoro. Oltre al fatto che "Merola è tornato sui suoi passi", i "due punti centrali dell''accordo di oggi sono che si dice che si può scendere dal 51% al 38% del controllo pubblico, ma si sceglie di non farlo; e, in seconda battuta, che si avvia un progetto di partecipazione economica dei lavoratori e degli utenti che saranno coinvolti nella governance dell'azienda, una cosa tutta da costruire e che, come Cisl, abbiamo sempre chiesto", rivendica Alberani.

«La retromarcia del Comune  ci sorprende molto positivamente", così il segretario generale Uil Emilia Romagna e Bologna, Giuliano Zignani. Uil però sottolinea "certo ci sarebbe piaciuto che tutti questi mesi - sprecati in una costante fibrillazione  che, ricordo al Sindaco, ad un’azienda quotata in borsa bene non fanno -  fossero trascorsi in un dibattito fruttuoso sulle prospettive di crescita e di sviluppo della multiutility.". Per Zignani la decisione del Comune di soprassedere alla vendita "ora deve essere di esempio, per tutte quelle Amministrazioni locali che si accingono (o lo hanno già fatto) a vendere i loro pacchetti". Perchè "la messa sul mercato o meno di azioni della multiutility non può essere mai una scelta unilaterale di un’Amministrazione. Occorre infatti un confronto preventivo con il sindacato per valutare a fondo le conseguenze in termini occupazionali e anche di tutela dei cittadini. Meglio sarebbe stato se questo aspetto fosse stato chiaro fin da subito a Palazzo d’Accursio che, oltretutto, a giustificazione di questa decisione annuncia l’arrivo di nuovi fondi per il bilancio. Mi chiedo quindi, visto che gli euro non piovono all’improvviso nelle casse del Palazzo, se non sarebbe stato meglio aspettare prima di partire lancia in resta in una scelta suicida».

Più rigide Cgil e CdlM. "Dopo l'accordo sottoscritto tra il Sindaco della Città Metropolitana di Bologna Virgilio Merola e CGIL-CISL-UIL di Bologna di non procedere alla vendita delle quote di Hera si apre, a questo punto, uno scenario istituzionale nuovo anche in relazione alle discussioni che si stanno aprendo in numerosi consigli comunali." A dirlo sono Vincenzo Colla, segretario generale CGIL ER e Maurizio Lunghi, segretario generale CdlM Bologna., per i quali resta "indispensabile richiedere al Presidente del Patto di Sindacato dei Soci Pubblici, Daniele Manca, di non procedere e ritirare le procedure che consentivano di scendere sotto il 51% delle quote delle azioni detenute dal pubblico".

FRONTE VS VENDITA AZIONI RESTA CALDO. Il Consiglio comunale di Marzabotto fa un appello ai Comuni per aprire un confronto con la cittadinanza prima del voto. L'iniziativa nasce a valle di un'assemblea tenutasi venerdì scorso da cui è nato ''invito al Comune a non aprire "la porta ad un percorso di privatizzazione irreversibile dell'azienda". Ci sia invece "un tempo sufficiente per aprire un confronto pubblico non eludibile". Di qui l'invito ad altri municipi a seguire questo stesso percorso. E proprio nei Consigli comunali si annunciano presidi dei referendari contro la vendita delle azioni di Hera: oggi a S.Pietro in Casale, domani a Pieve di Cento, Malalbergo, Galliera, Ozzano; giovedì a Sala Bolognese, Castello D'Argile, Valsamoggia; venerdì a Lizzano in Belvedere, il 22 aprile a Castiglione dei Pepoli. Prevista anche una iniziativa alla Camera del lavoro di Bologna sempre dopodomani e un banchetto il 25 aprile al Pratello nel corso del quale si distribuiranno palloncini dell'acqua pubblica ai bambini e un volantino sulla privatizzazione dell'acqua

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