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Cronaca Zona Universitaria / Via Filippo Re

Scontri con la polizia all'Università: foglio di via per attivisti, Hobo invade il Rettorato

Per il collettivo studentesco dietro al provvedimento si anniderebbero altri scopi: "Una misura preventiva e intimidatoria in vista del primo maggio No Expo. Così si tenta di ripulire le città dai contestatori che possono infrangere la sua vetrina internazionale"

Divieto di dimora nella provincia di Bologna nei confronti di due noti esponenti del collettivo universitario “Hobo”. Nel mattinata odierna la Polizia di Stato ha dato esecuzione alle due ordinanze cautelari, stabilite dal G.I.P. del Tribunale di Bologna, su richiesta del Procuratore Alfonso.
I due soggetti, secondo quanto documentato dalla DIGOS felsinea, si sarebbero resi responsabili di alcuni recenti episodi sfociati in turbative dell’ordine e della sicurezza pubblica.
Lo scorso 7 ottobre, infatti, in occasione dell’esecuzione del decreto di sequestro preventivo del bar all’interno del campus universitario di via Filippo Re - occupato abusivamente proprio dai membri di “Hobo” - i due giovani si sarebbero "resi protagonisti di un’estemporanea iniziativa di protesta sfociata in scontri con le Forze dell’ordine", che aveva portato alla denuncia dei due attivisti per i reati di resistenza a pubblico ufficiale, getto pericoloso di cose, interruzione di pubblico servizio e, nel caso di uno di loro, anche di danneggiamento aggravato. (VIDEO SGOMBERO, SCONTRI CON LE FORZE DELL'ORDINE)

"Prosegue la linea di rigore della Procura e della Questura", ha dichiarato il Procuratore aggiunto Valter Giovannini.

Hobo, nuovo sgombero in via Filippo Re

LA REPLICA DI HOBO. Arriva a caldo la reazione del collettivo difronte al provvedimento spiccato nei confronti dei due esponenti. "Questa mattina la giustizia a orologeria tenta di colpire Bologna - ha scritto in una nota Hobo - due compagni sono stati portati in questura e gli é stato notificato un divieto di dimora. Nonostante siano residenti in città, vengono così immediatamente allontanati da Bologna, dove vivono e studiano".
Il collettivo rimarca: "i fatti pretestuosamente utilizzati sono quelli della resistenza allo sgombero del Community Center del campus di via Filippo Re lo scorso 7 ottobre. Quel giorno centinaia di studenti si opposero alla militarizzazione dell'università e difesero uno spazio di libertá e autogestione, resistendo alle ripetute cariche di carabinieri e polizia in assetto anti-sommossa, allo sgombero violento del rettorato occupato e al fermo di un compagno".

Secondo gli attivisti dietro al provvedimento si anniderebbero altri scopi, si tratterebbe di "una misura preventiva e intimidatoria in vista del primo maggio No Expo". Così si tenterebbe "di ripulire le città dai contestatori che possono infrangere la sua vetrina internazionale".
Si tratterebbe - accusa ancora Hobo - "di una risposta a compagni e percorsi che da tempo lottano contro il governo dell'austerity, contestando e cacciando ministri e rappresentanti di partiti e istituzioni responsabili delle nostre condizioni di precarietà e impoverimento. Non é un caso, tra l'altro, che queste misure arrivino dopo la partecipatissima parade No Expo di venerdì scorso e la contestazione al ministro Poletti, con le manganellate della polizia di Renzi."

BLITZ IN RETTORATO. Dalle parole ai fatti. Hobo ha risposto al provvedimento facendo irruzione in Rettorato. Oggi, intorno a mezzogiorno, una ventina di ragazzi del collettivo sono entrati nell'edificio e hanno esposto uno striscione davanti agli uffici del Rettore . "Ci cacciate da un luogo, ci troverete ovunque" si legge. Gli attivisti di Hobo, al megafono, hanno chiesto a Dionigi di "assumersi la responsabilità" delle misure cautelari

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