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Cronaca

Porta murata nell'ufficio del prof, tre assoluzioni e una condanna per collettivo Hobo

Il legale dei ragazzi: 'Intanto però per quei fatti uno degli assolti è stato sospeso per due mesi'

Si chiude con una serie di assoluzioni e con un'unica condanna a quattro mesi per imbrattamento aggravato il processo di primo grado contro tre attivisti del collettivo Hobo. Erano accusati di aver 'murato', nel luglio del 2014, la porta dello studio del politologo Angelo Panebianco, docente dell'Università di Bologna, e di aver imbrattato i muri vicini scrivendo, con la vernice rossa, 'Stop ai baroni della guerra. #free Palestine', e affiggendo alcuni fogli A4 con foto del conflitto tra Israele e Palestina.

Per aver eretto con malta e cinque blocchetti rettangolari in cemento, sormontati da un pezzo di filo spinato, il 'muro' davanti alla porta dello studio del docente e per gli altri fatti, i tre erano finiti a processo per violenza privata, diffamazione, danneggiamento aggravato, imbrattamento e per aver tentato di non farsi identificare indossando "cappucci, kefiah e altri capi di abbigliamento".

Nei loro confronti il pm Antonello Gustapane aveva chiesto una condanna a otto mesi per la diffamazione, l'imbrattamento e il travisamento e l'assoluzione dall'accusa di violenza privata "perché il fatto non sussiste", mentre per il danneggiamento aggravato era stata chiesta l'assoluzione sulla base del comma 2 dell'articolo 530 del Codice di procedura penale (prova mancante, insufficiente o contraddittoria).

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Alla fine, però, il giudice Fabio Cosentino ha accolto, in buona parte, la richiesta di assoluzione avanzata dal legale dei tre attivisti, Ugo Funghi, assolvendoli tutti dalle accuse di violenza privata, imbrattamento e, in parte, danneggiamento aggravato "perché il fatto non sussiste", e da quella di diffamazione per "difetto di querela" (Panebianco, infatti, non querelò i tre per l'accaduto).

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Due degli imputati sono inoltre stati assolti con formula dubitativa dall'accusa di danneggiamento aggravato, relativamente alla scritta sul muro. Per lo stesso fatto, per il quale pero' l'imputazione e' stata riqualificata in "imbrattamento aggravato", e per il travisamento il terzo attivista e' stato invece condannato a quattro mesi e al pagamento delle spese processuali. Le motivazioni dovrebbero essere depositate nel giro di 45 giorni. Parlando con i cronisti dopo la lettura della sentenza, Funghi si dice ovviamente soddisfatto per il risultato ottenuto, ricordando anche che, per i fatti contestati, uno degli attivisti assolti oggi era stato sospeso per due mesi dall'Università, nonostante il processo penale fosse ancora in corso. Un fatto che, commenta, dimostra che quello del procedimento disciplinare è "un rito inquisitorio". (Ama/ Dire)

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