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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca San Lazzaro di Savena / Via Idice

Idice, Legambiente vs il cemento: "Progetto urbanistico distruggerà 300mila mq di terreno'

Presidio di Legambiente vs l'espansione urbanistica in un'area agricola di pregio "per realizzare palazzi, centri commerciali, centro sportivo e scuola spersi in mezzo alla campagna". San Lazzaro additato come caso simbolo di "sacco del territorio"

In Emilia-Romagna come nel resto d’Italia servono provvedimenti per fermare il sacco del territorio. Così l’associazione Legambiente, dopo le rassicurazioni della Giunta Regionale, si dice "in attesa di provvedimenti seri, ma il tempo è agli sgoccioli". L'Autostrada E55 e il cemento di San Lazzaro di Savena sono additati dagli attivisti come i " due casi simbolo di sacco del territorio".
Sulla scia della denuncia, Legambiente ha presentato a Roma i dati sulla cementificazione nel nostro Paese: in tre anni l’Italia avrebbe perso 720 chilometri quadrati di suolo. Solo nella nostra regione, al 2012, il tasso di consumo di suolo sarebbe di 8,6%, pari ad una superficie di 1.902 chilometri quadrati persi.
"La nostra Penisola - denuncia Lagambiente - subisce una quotidiana invasione di case insicure, fragili, non coibentate, energeticamente costose e spesso vuote e inutili, insieme a capannoni, autostrade, parcheggi, cave e strade che continuano a cancellare importanti porzioni del nostro territorio.

Per dire Stop al consumo di suolo, a  San Lazzaro di Savena, alle porte di Bologna, si è svolto lunedì il presidio di Legambiente: una manifestazione "contro la prevista espansione urbanistica in un’area agricola di pregio, non giustificata da reali  esigenze di crescita della popolazione. Una scelta dell’amministrazione uscente che ha incontrato il totale dissenso della popolazione, sfociato in numerose manifestazioni e migliaia di firme contrarie, ma purtroppo cadute nel vuoto".

Il progetto urbanistico previsto nei campi della località Frazione Idice - hanno lamentato i manifestanti - "distruggerà 300.000 mq di terreno agricolo vergine per realizzare nuovi palazzi, centri commerciali, un centro sportivo e una scuola in mezzo alla campagna, senza alcun servizio di collegamento e trasporto". L’area tra l’altro sorge alle porte del Parco dei Gessi Bolognesi e l’intervento sarebbe già stato indicato come ad alto impatto dalla Soprintendenza. "A completare il quadro -dettaglia ancora Legambiente - le ambiguità che hanno caratterizzato in passato le politiche urbanistiche della giunta di San Lazzaro, che ha visto le dimissioni in corso di mandato dell’assessore all’urbanistica, sollecitate da più parti per potenziali conflitti di interessi rispetto ai costruttori."

In Regione, negli ultimi anni grave carenza di provvedimento per contenere il consumo del territorio, secondo l'associazione, che ricorda le varie opere di cementificazione: dall’autostrada TI-BRE nel Parmense, passando per la cementificazione dei canali di bonifica a Piacenza, o per il centro sportivo del Bologna FC.
Secondo il dossier di Legambiente “Basta case vuote di carta”, presentato ieri mattina a Roma, in Italia negli ultimi tre anni abbiamo perso ben 720 chilometri quadrati di suolo (dati Ispra). Nemmeno la crisi pare fermare questa "epidemia cementificatoria, che devasta il Paese senza incidere per nulla sull’emergenza casa che riguarda ben 650mila famiglie che per reddito e condizioni avrebbero diritto ad un alloggio di edilizia popolare".

“Senza un serio impegno politico la situazione non cambierà – dichiara il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza. “Servono subito provvedimenti specifici per frenare il consumo di suolo e per la riqualificazione del patrimonio edilizio con chiari obiettivi di efficienza energetica e sicurezza anti sismica. Non servono altre case di carta in periferia, insicure e invivibili, ma nuove politiche per ripensare periferie degradate e dismesse con procedure che permettano finalmente di avviare progetti innovativi”.

In questa situazione, il settore dell’edilizia vive una drammatica crisi occupazionale con oltre 600mila posti di lavoro persi e migliaia di imprese chiuse. "C’è quindi urgente bisogno di un progetto - propone Lagambiente - che tenga assieme gli obiettivi e le politiche per tre grandi questioni strettamente connesse tra loro: il consumo di suolo, l’emergenza casa e la rigenerazione urbana".
Dei 22mila chilometri quadrati urbanizzati in Italia, il 30% è occupato da edifici e capannoni, il 28% da strade asfaltate e ferrovie. Il tasso di consumo di suolo negli anni ’50 era pari al 2,9%. Oggi siamo al 7,3% l’anno. Per l’Emilia-Romagna il dato al 2012 è più elevato della media nazionale, attestandosi al 8,6%, pari a 1.902 chilometri quadrati consumati.

"Impressionante - aggiunge l'associazione -  è anche il numero di permessi per costruire concessi in questa regione tra il 1995 e il 2011: se in Italia i valori medi per abitante sono pari a 71,6 milioni di metri cubi, in Emilia-Romagna si registra il dato di 113,3 procapite. Per questa ragione Legambiente Emilia-Romagna continua nella battaglia contro il consumo di suolo, attraverso presidi, campagne di sensibilizzazione e informazione, raccolta firme e segnalazioni."

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