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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Profughi e migranti, paura del 'diverso'? La parola all'avv. Fabio Loscerbo dei 'Legali Immigrazionisti'

Associazione nata nel 2013 a Bologna: 'Il CIE di Bologna e inidoneo al trattenimento delle persone, gli italiani non sono diventati razzisti spesso fanno ciò che le istituzioni dovrebbe fare e cioè integrazione'

Torna di grande attualità il tema dei profughi anche in città e in Emilia Romagna. Secondo i numeri ufficiali forniti dalla Prefettura di Bologna, ne sono arrivati 750 in Regione tra fine febbraio e inizio aprile. A Bologna e provincia sono 130.

Ieri un altro barcone è infatti naufragato a circa un centinaio di miglia a sud di Lampedusa, al largo della Libia. A bordo, secondo le prime informazioni, c'erano circa 400 persone.

Bologna Today a colloquio con l'avvocato Fabio Loscerbo di A.L.I. -Associazione Legali Immigrazionisti- . 

Com'è nata, di cosa si occupa in concreto? "E' un'associazione che nasce nel gennaio 2013 a Bologna a cui hanno aderito sia avvocati che trattano in maniera prevalente la materia del Diritto dell'Immigrazione che persone che, a vario titolo, ne sono interessati o cultori. Tra i vari obiettivi che A.L.I. si è preposta vi è quello di promuovere la tutela dei diritti degli immigrati e dei migranti e, in particolare, tra costoro, dei soggetti più deboli quali i minori e le donne; promuovere impegno civile, tutela e promozione dei diritti umani, cultura della convivenza, integrazione sociale e comunitaria; promuovere il diritto a un equo processo comprensibile nella lingua madre,anche attraverso la tutela della funzione difensiva e del ruolo del difensore in ogni fase, stato e grado del procedimento e la realizzazione di una parità di posizione fra le parti e di un effettivo contraddittorio davanti ad un giudice terzo; promuovere la conoscenza del diritto dell'immigrazione e pubblicizzare i risultati scientifici ed operativi ottenuti dall'associazione al fine dilampedusa 4-2 diffondere una cultura del diritto dell'immigrazione".

Leggiamo in un suo scritto che Mare Nostrum non rappresenta una soluzione? Quindi, cosa fare? "Mare Nostrum non rappresenta una soluzione al fenomeno dei flussi migratori. Se da un lato è un'operazione tesa a salvare vite umane e, quindi, degna di rispetto, dall'altro potrebbe determinare un ulteriore incremento dei flussi in quanto le organizzazioni criminali che organizzano questi viaggi possono limitarsi a "mettere in acqua" i natanti con a bordo i migranti ben consapevoli che a poche miglia di distanza si trova un flotta di navi che darà un pronto soccorso, così facilitando molto il loro operato.
Ma una volta che i migranti giungono in Italia si trovano innanzi a strutture inadeguate e vecchie, norme obsolete e cristalizzate in un passato,dove il fenomeno migratorio, per quanto già importante, era caratterizzato da numeri molto inferiori a quelli attuali. Su queste situazioni si potrebbe scrivere pagine su pagine ma vorrei attirare l'attenzione su un aspetto in particolare: la normativa in vigore non consente ad un migrante che sia entrato in condizioni di irregolarità di poter regolarizzare la propria posizione sul territorio nazionale, se non presentando una domanda di asilo politico o protezione internazionale, con l'effetto di gravare in maniera esponenziale sulle Commissioni Territoriali per il Riconoscimento della Protezione Internazionale e sulle Prefetture. Solo una riforma del diritto dell'immigrazione che passi attraverso l'introduzione di un vero e proprio codice del Diritto dell'Immigrazione con ivi contenuta una normativa adeguata ai tempi e proiettata verso il futuro".

Secondo lei, l'Europa lascia l'Italia sola ad affrontare il problema degli sbarchi? Cosa si chiede all'UE, tornare a trattare con i paesi del nord-Africa? "La Questione centrale è che i Paesi dell'Unione hanno normative molte diverse tra loro, poiché ispirate da finalità diverse, di talché si dovrebbe tendere ad uniformare le normative così da rendere più agevole la circolazione degli stranieri all'interno del territorio dell'Unione. Soprattutto, manca una politica dell'immigrazione europea, che detti obiettivi e programmi di lungo periodo, presupposto essenziale per poter realizzare degli accordi con i paesi del nord Africa".

La sua visione sui CIE e la proposta di trasformare quello di Bologna in centro di prima accoglienza... "Si deve partire da un presupposto: il CIE di Bologna era una struttura assolutamente inidonea da destinare al trattenimento delle persone, quindi è un fatto positivo che la struttura sia stata chiusa. Ciò premesso ritengo che il CIE abbia una certa funzione dissuasiva per il solo fatto di esserci e che, quindi, abbia una sua utilità nell'azione che lo Stato pone in essere di contrasto all'immigrazione clandestina. Il punto vero, anche in questo caso, è la normativa che si pone assolutamente in contrasto con il rispetto dei diritti, delle garanzie e della dignità delle persone. Basti pensare che una persona trattenuta all'interno del C.I.E. non può beneficiare di una graduazione della limitazione della propria libertà personale, mentre un detenuto in carcere può beneficiare di misure meno afflittive come gli arresti domiciliari. Le norme che regolano il trattenimento all'interno del C.I.E., le fasi della convalida e della proroga del trattenimento sono assolutamente deficitarie. Poichè la presenza dei C.I.E. è una scelta politica, ne consegue che se la politica intenderà proseguire su questa strada dovrà mettere mano ad una riforma della normativa, diversamente continuando a violare i diritti e le garanzie delle persone trattenute".

Legge Bossi-Fini, ha peggiorato le cose? Qual è la posizione di ALI sul reato di immigrazione clandestina e sulla cittadinanza ai figli degli immigrati? "La Legge Bossi-Fini ha avuto una connotazione restrittiva e punitiva del fenomeno migratorio, peggiorando certamente la situazione. Si consideri che ha introdotto delle modifiche al d.lgs. 286 del 1998, mentre una vera riforma in materia avrebbe dovuto significare un superamento di tale legge. Il reato di immigrazione clandestina è una 'patacca'. Lo straniero viene condannato per tale reato a pagare una somma di denaro, chiedo se realisticamente si può pensare che uno straniero immigrato irregolare, quindi senza permesso di soggiorno, senza beni intestati, senza proprietà, senza denari, possa essere condizionato dal rimanere o meno in Italia per il solo fatto di ricevere una condanna a pagare una somma di denaro. Evidentemente no. Personalmente sono contrario allo ius soli, poiché stante la nostra collocazione geografica, l'Italia diventerebbe la sala parto del Mediterraneo. In ogni caso ritengo che, sia gli italiani che gli stranieri, non siano ancora pronta per tale riforma che sarebbe davvero radicale per la nostra società. Ciò che è urgente è riformare e semplificare l'attuale disciplina riducendo i tempi di attesa per l'ottenimento della cittadinanza italiana".

Crede che le posizioni di alcune parti politiche siano strumentali? Gli italiani stanno diventando 'razzisiti' o è la paura dell'altro dettata dalla crisi economica? "Assolutamente, credo che le posizioni che alcuni partiti hanno tenuto abbia privato l'Italia di una legge sull'immigrazione adeguata ai tempi. Il problema è che l'immigrazione viene utilizzata per fare campagna elettorale, con ciò estremizzando troppo le posizioni e precludendo la possibilità di accordo su posizioni di compromesso.
Ma gli italiani non sono diventati razzisti né, tantomeno, hanno paura del diverso. Anzi, spesso gli italiani, nel loro piccolo, fanno quello che le istituzioni dovrebbe fare e, cioè, integrazione".

Come aiutare gli italiani a comprendere il fenomeno? "L'integrazione può essere l'unica risposta per consentire di comprendere un fenomeno molto complesso. Ancora oggi vi sono molte distanze tra italiani e stranieri e, si badi, anche al loro interno tra le diverse comunità.Integrazione intesa come situazioni e contesti dove incontro e confronto fra persone provenienti da luoghi diversi sia reale ed effettivo. Sarebbe compito delle istituzioni promuoverne la creazione e lo sviluppo ma, purtroppo, fin ora si è visto ben poco".

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