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Cronaca

Incendio alle antenne tv: procura torna a chiedere misure cautelari, corteo anarchico tocca i viali

In 50-60 si sono ritrovati davanti al Tribunale, in via D'Azeglio, esponendo uno striscione con scritto "Carcere, sorveglianza, isolamento, contro lo Stato nessun ravvedimento", poi la sfilata fino a viale Vicini

Un corteo con diversi argomenti, ma che ha avuto come bersaglio il carcere e le misure di restrizione della libertà personale. Protesta questa mattina di una cinquantina di componenti di area anarchica, che partendo da via D'Azeglio, sede del polo penale, hanno sfilato prima lungo il Pratello e poi lungo viale Vicini.

Motivo della protesta l'udienza che si è tenuta questa mattina in tribunale -riporta l'agenzia Dire-, in cui il pm Stefano Dambruoso ha chiesto la misura di prevenzione della sorveglianza speciale per sette soggetti di area anarchica, indagati nell'ambito dell'operazione 'Ritrovo', un fascicolo che racchiude anche l'incendio alle antenne tv di Monte Donato.

Misure cautelari disposte nel maggio del 2020 e poi parzialmente revocate dal Riesame, decisione poi confermata dalla Cassazione. Oggi la Procura è tornata a chiedere delle misure preventive nei loro confronti, suscitando ovviamente le proteste degli anarchici.

Ma le ragioni principali alla base del presidio davanti al Tribunale bolognese, poi sfociato oggi in un corteo che ha attraversato via D'Azeglio, via de' Carbonesi, via Barberia, piazza Malpighi e via del Pratello, per poi fermarsi in viale Vicini davanti alla sede del Provveditorato per l'Amministrazione penitenziaria dell'Emilia-Romagna e delle Marche, sono l'archiviazione dell'indagine sulla morte di otto detenuti durante la rivolta del marzo 2020 nel carcere di Modena e la recente inchiesta sui pestaggi di detenuti nel carcere campano di Santa Maria Capua Vetere da parte di agenti della Polizia penitenziaria.

Esposto in apertura uno striscione con scritto "Carcere, sorveglianza, isolamento, contro lo Stato nessun ravvedimento", mentre in coda ne era retto un altro con la scritta "Il carcere uccide ogni giorno. Dap, ministro, secondini torturatori e assassini".

Per quanto riguarda l'udienza odierna, il collegio di giudici si è preso tra i 60 e gli 80 giorni di tempo per decidere sulla richiesta del pm nei confronti dei sette indagati, per i quali è caduta da tempo l'accusa più grave, quella di associazione con finalità di terrorismo, mentre sono rimaste in piedi quelle, decisamente più lievi, di imbrattamento, danneggiamento e istigazione a delinquere.

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