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Cronaca

Muore dopo uno schianto in A14, il figlio: "Mia madre era con lui. Un sincero grazie a chi ci ha aiutato"

Dopo l'impatto sui social si sono scatenati "i leoni da tastiera", ma c'è stata anche tanta solidarietà e professionalità. La reazione del figlio della vittima è una lezione di garbo (e di vita)

Non ce l'ha fatta il signor Vincenzo Lomio, 74 anni. E' spirato all'ospedale Maggiore di Bologna lo scorso martedì 7 giugno, dopo due giorni di lotta tra la vita e la morte. Era stato ricoverato al nosocomio bolognese dopo essersi schianto sulla A14, a bordo della propria auto. Da quanto si apprende, l'uomo - domenica scorsa - colto da un malore improvviso aveva perso il controllo del mezzo. L'auto - sulla quale viaggiava anche la moglie - si era  ribaltata all'altezza dell'uscita di Castel San Pietro Terme, nei pressi dell'area di servizio Sillaro. I coniugi sono stati trasportati in ospedale, lui vi è arrivato già in condizioni critiche. La moglie fortunatamente se l'è cavata con due giorni di cure, poi è stato dimessa. In salute, ma come c'è da immaginarsi con il cuore a pezzi. 

Per domani è fissato l'ultimo saluto al signor Lomio, nella città nella quale risiedeva con la sua famiglia, ovvero Milano.  Alla vigilia dei funerali il figlio ha inviato una lettera a BolognaToday. Un piccolo sfogo ma anche, anzi soprattutto, un gesto di ringraziamento verso quanti hanno aiutato i genitori in un momento tanto drammatico.

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Finalmente mare (dopo 2 anni di blocco covid) per festeggiare il compleanno 

"Mi chiamo Santo  e sono il figlio di Vincenzo Lomio, l’uomo alla guida dell'auto che ha avuto l'incidente domenica 05.06 in autostrada A14 .
Purtroppo il giorno 07.06 (giorno del 74 compleanno di mio papà) i medici del ospedale Maggiore di Bologna ne hanno dichiarato il decesso. Mia madre, che viaggiava con lui, è stata dimessa ieri mattina ed è tornata a Milano, fisicamente un po’ provata e con il cuore a pezzi per la perdita. 
Stavano per andare al mare a Cesenatico dopo questi anni di blocco per il covid 19 e per festeggiare il compleanno di mio papà - il 7 giugno avrebbe compiuto 74 anni". inizia così la lettera di Santo, che spiega come un giorno che doveva essere di svago si è trasformato in un incubo.

"Durante il tragitto mio papà ha detto a mia madre che voleva fermarsi per fare benzina e li ha avuto, come riferito dai medici di rianimazione, una ischemia. Ha urtato la cuspide dell'area di servizio e si sono ribaltati. Mia mamma che non aveva la cintura (autorizzata perché ha un defibrillatore sottocutaneo) si è trovata sul sedile posteriore e ha rotto una vertebra. E mio papà è andato in arresto cardiaco. I soccorritori dopo circa una decina di minuti hanno riattivato il cuore di mio papà e trasportato in elicottero all ospedale maggiore di Bologna ma in condizioni critiche. Il giorno del suo 74 compleanno hanno dichiarato la morte di mio papà".

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La lettera del figlio, una lezione di garbo (e di vita)

La lettera prosegue con un piccolo sfogo per certi commenti duri e inappropriati circolati sui social a seguito del diffondersi della notizia dell'impatto. "Ho letto alcuni commenti su Facebook provenienti dai cosiddetti “leoni da tastiera” (si fa riferimento a chi sbraitava per la dinamica del sinistro) ma mio padre - ci tiene a sottolineare -  un attimo prima di entrare nell'area di servizio è stato colto da una ischemia, quindi non era cosciente". 

L'intento di Santo non è tanto il voler mettere a tacere chi si lancia in ipotesi avventate e considerazioni fuori luogo, quanto invece il voler esprimere tutta la propria riconoscenza a chi si è mostrato benevole e professionale in questa sciagura.

"Vi chiedo  - aggiunge  - di poter fare arrivare il mio grazie alla Polstrada, ai medici e ai soccorritori che hanno rianimato mio padre nei primi istanti e che hanno aiutato mia madre ad uscire da quell'inferno. Vorrei ringraziare poi il personale dell'ospedale Maggiore di Bologna perchè sono stati tutti gentilissimi, comprensivi e ci hanno aiutato e sorretto in questa situazione".

Parole non scontate. Dimostrano che c'è ancora chi è capace di usare frasi e toni gentili . E di farlo in un momento di profondo dolore. Questa lettera la miglior risposta ai leoni da tastiera. E sicuramente una lezione di vita, e garbo, per tutti .

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