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Cronaca

Incidenti stradali a Bologna e provincia: calano sinistri, morti e feriti

I report dei dati elaborati da Aci e Istat. La situazione dell’incidentalità è migliorata sulle strade urbane del comune capoluogo, ma anche fuori città

In provincia di Bologna i dati sugli incidenti stradali, relativi al 2019 elaborati da Aci e Istat, certificano 3.805 incidenti, 68 morti e 5.197 feriti, con una sostanziale stabilità del numero di incidenti (solo 8 in meno rispetto all’anno precedente), ma con una riduzione delle vittime pari a un -9,3%.

I costi sociali, lo scorso anno a Bologna, sono stati pari a 363,49 milioni di euro.

La situazione dell’incidentalità, rispetto al 2018, è migliorata sulle strade urbane del comune capoluogo (-8 decessi), ma anche fuori città (-6 decessi), mentre restano critici gli attraversamenti delle strade statali nei piccoli centri e la situazione in autostrada dove si sono registrati più incidenti e più morti.

Imola, San Lazzaro Di Savena, Valsamoggia, San Giovanni In Persiceto, Castel San Pietro Terme, Bentivoglio, Argelato, Pianoro, oltre al capoluogo sono i Comuni più colpiti.

La distrazione è risultata essere la prima causa di incidente, (assieme al mancato rispetto della segnaletica), anche con esito mortale, segue la velocità.

Per quanto riguarda il segmento “giovani”, ricompreso nella fascia di età 5-26 anni, che nel 2019 è, purtroppo, arrivata a contare in provincia 8 morti e 1.191 feriti. Tra i conducenti 5 morti e 688 feriti, tra i passeggeri e i pedoni rispettivamente 3; 392 e 0; 111.

Diminuiscono sensibilmente il numero dei pedoni deceduti, (23 nel 2018, mentre sono 9 nel 2019). Aumenta, invece, come in tutta la Regione Emilia Romagna, il numero delle vittime tra i ciclisti: 5 deceduti e 13 feriti in più rispetto all’anno precedente.

“Siamo preoccupati per i giovani e le categorie vulnerabili - dichiara Federico Bendinelli, Presidente dell’Automobile Club Bologna - bisogna intervenire subito per contribuire ad arginare il grave fenomeno dell’incidentalità stradale”.“L’auto - continua Bendinelli - rimane il principale mezzo di trasporto, ma aumenta il numero di chi, per muoversi in città, sceglie forme di mobilità dolce o micro mobilità elettrica. Anche per questo, ci deve essere, da parte di tutti - pedoni inclusi - il massimo rispetto delle regole, indipendentemente dal mezzo utilizzato, compresi biciclette elettriche e monopattini”.

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