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Venerdì, 19 Aprile 2024
Storie da terapia intensiva

Covid, gli incubi della terapia intensiva: "Battaglie e riti satanici, tutti i 'mostri' che si porta dietro il virus"

A raccontare gli effetti della malattia, la psicoterapeuta Elisa Righini, una delle specialiste fondatrici di un ambulatorio del Maggiore dedicato ai pazienti che hanno vissuto la terapia intensiva

Battaglie e rituali satanici, atti terroristici: sono questi i "mostri" con cui i pazienti che hanno vissuto la terapia intensiva a causa del covid a volte sono costretti a combattere. Isolamento, una condizione di estrema fragilità, i tubicini che avvolgono il loro corpo influenzano i loro sogni, che così diventano veri e propri incubi. Il racconto è della dottoressa Elisa Righini, psicoterapeuta del dipartimento di emergenza urgenza interaziendale e parte dello staff di un ambulatorio speciale che all'Ospedale Maggiore (mettendo insieme le competenze di una team di specialisti) accoglie le persone che hanno vissuto il ricovero in area critica per oltre una settimana. 

"Rileviamo nei nostri pazienti disturbi depressivi e di ansia, legata anche a sogni vissuti all'interno della terapia intensiva. Incubi che più che la connotazione del sogno hanno la connotazione di esperienze vissute quasi come lucida realtà. Un qualcosa che li segna molto e che li mette di fronte alla necessità di raccontarli, ridefinirli e affrontarli. Durante il ricovero risulta infatti difficile dissociare quella che è stata la vera esperienza da un'esperienza onirica" spiega Righini. 

Terapia intensiva Ospedale Maggiore

Che sogni sono? "Sono sogni di intensità e connotazione persecutori, sono vissuti drammatici legati a tanti aspetti, con il nostro forte sospetto che la consizione di isolamento e mancanza di relazioni abbia un grosso peso. Sognano battaglie e rituali satanici, ma fanno anche incubi legati al terrorismo: sono tutti 'mostri' (concedetemi il termine) creati dalla loro coscienza. Sono situazioni che naturalmente vanno prese in carico". 

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