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Cronaca

'Molestata con mio figlio in braccio per il visto': grido d'aiuto di una bolognese in India

Si è recata in India per lavoro, un disguido burocratico e quindi l'incontro con un funzionario. La richiesta di soldi e poi le molestie davanti al figlio che teneva in braccio

"Mi ha chiesto 40 mila rupie per il visto di uscita e poi quando gli ho detto che non avevo tutti quei soldi, circa 450 mila euro, ha cominciato a mettere le mani sotto la mia maglia e a palpeggiarmi mentre avevo mio figlio in braccio". E' il racconto a dir poco sconvolgente della bolognese 27enne che la scorsa settimana scorsa ha denunciato per molestie sessuali un impiegato dell'Ufficio regionale di registrazione degli Stranieri (Frro) di Bangalore (India meridionale) competente per il rilascio di visti agli stranieri. "Gli ho detto di smettere, ma lui ha bloccato le portiere con la chiusura centralizzata. Ero terrorizzata e incapace di reagire perche' avevo paura che succedesse qualcosa al bambino...''.

Lo racconta in una telefonata all'ANSA: il funzionario è stato arrestato domenica e rinviato a 15 giorni di carcerazione preventiva con l'accusa di attentato alla modestia di una donna. La ragazza, che ha chiesto di essere identificata solo con le sigle di C.Z, era giunta in India a gennaio per lavorare in un'azienda, ma dopo pochi mesi aveva perso l'impiego senza ricevere il compenso pattuito. "Nonostante avessi sul passaporto un visto di lavoro valido un anno - racconta - quando mi sono registrata al Frro mi hanno dato solamente un permesso di tre mesi non rinnovabile e a causa di questo errore mi sono trovata in una situazione assurda e complicata che non ho ancora risolto oggi''.

Di recente, un amico le aveva consigliato di rivolgersi a un funzionario, Krishna Kumar, dello stesso ufficio. "Ormai disperata perchè nel frattempo scadeva anche il visto di mio figlio e volevo tornare in Italia, ho accettato di incontrarlo. Quando sono arrivata all'appuntamento, mi ha fatto salire sulla sua auto e poi si è fermato poco dopo in una strada isolata bloccando le porte. A quel punto mi ha chiesto i soldi e dopo un pò ha cominciato ad allungare le mani. Gli ho detto e ripetuto di non toccarmi, ma ha continuato. Se fossi stata da sola mi sarei difesa meglio, ma ero con mio figlio avevo paura che gli facesse del male".

Soltanto dopo un'ora da incubo è riuscita a convincerlo di lasciarla andare. "Prima di ripartire - continua - mi ha detto che se avessi parlato con qualcuno di quello che era successo avrei potuto dimenticarmi il visto e anche la possibilità di ritornare in India''. Ma la minaccia non ha scoraggiato C.Z. che il 4 dicembre è andata dalla polizia. "Ora mi spaventa quello che potrebbe succedere a me e a mio figlio - conclude - perchè ancora oggi non ho il permesso di tornare in Italia.

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