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Cronaca

Commercio, l'inflazione frena in Emilia-Romagna. Più consumi

Unioncamere ha analizzato la situazione del commercio nel terzo trimestre del 2022

A due settimane dalla partenza dei saldi, le imprese del commercio registrano un discreto andamento delle vendite di fine stagione, che proseguiranno fino al 5 marzo. In attesa di poter fare una bilancio delle svendite di fine stagione, Unioncamere ha analizzato la situazione del commercio nel terzo trimestre del 2022, periodo in cui le vendite a prezzi correnti degli esercizi al dettaglio in sede fissa dell'Emilia-Romagna sono aumentate nuovamente (+1,3%), seppur con passo dimezzato rispetto a quello dei tre mesi precedenti.

Questo contenuto incremento ha comunque permesso il pieno recupero del livello delle vendite dello stesso trimestre del 2019, superato dell'1%. La quota delle imprese con vendite in aumento rispetto allo stesso trimestre dell'anno precedente è scesa di due punti, al 44,7%, e il peso delle imprese che hanno avuto vendite inferiori a quelle dello stesso trimestre dello scorso anno è risalito in misura più contenuta (un punto e mezzo) ed è giunto al 29,6%.

Il saldo tra le quote delle imprese che hanno rilevato un aumento o una diminuzione tendenziale delle vendite è quindi leggermente peggiorato, scendendo a +15,1 punti, rimanendo comunque in terreno ampiamente positivo. Il rallentamento del passo della ripresa delle vendite nel corso del trimestre luglio-settembre non ha avuto intensità omogenea, non ha interessato tutte le tipologie del commercio esaminate e la crescita è stata trainata dal boom delle vendite di iper, supermercati e grandi magazzini.

Le vendite dello specializzato alimentare sono aumentate solo dello 0,6% rispetto allo stesso trimestre 2021, appesantite dalla dinamica inflazionistica. Al contrario, il dettaglio specializzato non alimentare è rimasto pressocché invariato (+0,1%). Pare, quindi, essersi conclusa la fase di recupero dei consumi dilazionati durante la pandemia.

Tra le tipologie del dettaglio non alimentare prese in esame, le vendite di abbigliamento e accessori sono diminuite rispetto allo stesso trimestre del 2021 (-2,6%). Per il cumularsi degli effetti della pandemia, della ripresa dell'inflazione e delle variazioni dei comportamenti dei consumatori le vendite del trimestre sono risultate inferiori del 13,7% rispetto a quelle del terzo trimestre del 2019.

Anche le vendite di prodotti per la casa ed elettrodomestici hanno subito un rallentamento del ritmo della crescita, che pure è proseguita anche se più contenuta (+1,6%) rispetto allo stesso trimestre del 2021. Le vendite correnti sono risultate superiori a quelle dello stesso trimestre del 2019 del 5,5%. Infine, nell'insieme anche il passo della ripresa tendenziale delle vendite di altri prodotti non alimentari si è ridotto nel trimestre (+0,9%).

Sono stati Iper, super e grandi magazzini che hanno trainato la ripresa complessiva dei consumi nel terzo trimestre 2022, traendo vantaggio dalla maggiore attenzione dei consumatori verso la convenienza, e hanno fatto segnare una decisa ripresa tendenziale delle vendite (+5,3%).

Nel terzo trimestre le vendite della piccola distribuzione (da uno a cinque addetti) hanno invertito in negativo la tendenza e subito una lieve flessione dello 0,8% rispetto allo stesso periodo del 2021. Al contrario, le imprese di media dimensione da sei a 19 addetti hanno ottenuto un aumento delle vendite rispetto allo scorso anno (+1,8%). Anche il ritmo della crescita delle vendite delle imprese di maggiore dimensione con almeno 20 addetti è lievemente aumentato ed è risultato il più elevato (+3,1%). Le imprese attive nel commercio al dettaglio a fine settembre erano 42.146, 840 in meno rispetto a un anno prima (-2%). (Dire)

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