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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Ospedale Rizzoli, il sindacato denuncia: "Intervento di 13 ore, senza cambio per infermiere"

I Cobas interpellano il ministro Grillo. Sotto accusa anche le operazioni in libera professione

Un intervento chirurgico durato 13 ore, senza pause e senza mai ricevere il cambio. E con l'obbligo di rimanere fino al termine dell'operazione, conclusa alle due di notte, imposto anche a chi ha chiesto un avvicendamento.

E' quanto sarebbe accaduto nei giorni scorsi all'Istituto ortopedico Rizzoli di Bologna. Un episodio che ha spinto i Cobas a chiedere l'intervento del ministro della Salute, Giulia Grillo. "Questa non è soltanto una segnalazione, ma un appello- scrive il coordinatore regionale del sindacato, Carmelo Carcasio- perché gli organi preposti intervengano non a seguito, ma prima che possa avvenire l'irreparabile".

Secondo quanto riferito dai Cobas, il fatto è avvenuto il 29 gennaio scorso in una delle sale operatorie del Rizzoli. "La stessa equipe chirurgica- riferisce il sindacato- è stata costretta a protrarre, senza alcun ricambio di personale, l'attività lavorativa per ben 12 ore e 55 minuti, cioè dalle 13 del 29 gennaio alle 1.55 del giorno successivo, per un intervento chirurgico programmato che aveva avuto inizio alle 7 del mattino del 29 gennaio".

Questo prolungamento dell'orario, denunciano i Cobas, "ha posto in grave rischio sia il paziente sia il personale dell'equipe chirurgica, la cui soglia d'attenzione dopo così tante ore di servizio è stata messa a dura prova". Ma non è tutto. Intorno alle 22.30, riferisce ancora il sindacato, un infermiere dell'equipe ha chiesto una sostituzione, che però "in modo grave e ingiustificato è stata negata". Lo stesso infermiere, di suo pugno, lo scorso 1 febbraio ha inviato una nota al direttore del servizio di assistenza del Rizzoli, per denunciare l'accaduto.

"Mi è stato imposto verbalmente di prolungare il mio orario di lavoro giornaliero oltre quanto stabilito dalle norme contrattuali e dai regolamenti interni, senza pausa alcuna- riferisce l'infermiere del Rizzoli- incondizionatamente ho accettato l'ordine impartitomi e svolto con diligenza il mio lavoro. Tuttavia, essendomi stato imposto il prolungamento dell'orario di lavoro giornaliero contrariamente alla mia volontà, in base alle norme in vigore, ve ne chiedo la ragione".

A maggiore ragione, sostengono dunque i Cobas, "se è grave la posizione di chi non ha controllato la nota operatoria e, a fronte di un intervento programmato e complesso andato oltre i tempi previsti, non ha permesso il ricambio del personale, altrettanto grave risulta la posizione del responsabile organizzativo delle sale operatorie, che non ha impedito o controllato che tutto cio' accadesse".

Si tratta, punta il dito il sindacato, chiedendo al ministro di verificare, dello "stesso responsabile che non ritiene d'intervenire per bloccare gli interventi in libera professione eseguiti al mattino, anteposti all'attività istituzionale". Per legge, e anche in base al contratto nazionale di lavoro, "il personale non può svolgere oltre le 12 ore continuative di lavoro", ci tengono a ricordare i Cobas. Inoltre, "le linee guida prevedono il controllo delle note operatorie almeno 24 ore prima" ed è prevista "l'allerta e l'intervento degli infermieri in pronta disponibilità".

A conti fatti, quindi, "perché nessuno è intervenuto o ha controllato?". La missiva, spedita ieri al ministro della Salute, per conoscenza è stata trasmessa anche agli stessi vertici del Rizzoli, all'ispettorato territoriale del lavoro e a tutti i gruppi politici presenti in Regione Emilia-Romagna. (San/ Dire) 

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