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Cronaca

Strage di Bologna. L'intervista a Bellini che indigna i parenti delle vittime

Chiamato in causa il Csm: ecco perchè i famigliari additano la cosa come "inopportuna" e chiedono di andare fino in fondo e appurare eventuali responsabilità

Indignazione che si aggiunge al dolore quella dei parenti delle vittime della strage alla stazione di Bologna. A gettare sale sulle  ferite mai rimarginate è un'intervista rilasciata da Paolo Bellini, condannato all'ergastolo e all'isolamento diurno per un anno "quale esecutore dell'attentato che seminò morte e distruzione quel sanguinario 2 agosto 1980. Insomma un altro scossone per i famigliari dei morti ammazzati, che arriva a una manciata di mesi dall'inchiesta shock dell'ex terrorista  Luigi Ciavardini, condannato anch'egli per la strage 

Timori e perplessità dei parenti delle vittime della strage del 2 agosto

L'intervista a Bellini appare "quasi un tentativo di condizionamento". Ovvero un modo per fare il processo di appello  "fuori dall'aula del Tribunale". E per questo l'associazione dei parenti  chiede l'intervento del Consiglio superiore della magistratura sollecitandone un intervento per chiarire se Bellini potesse essere autorizzato dal giudice di sorveglianza a rilasciare l'intervista comparsa sul sito 'Reggio Report', e sul canale Youtube 'Ragion di Stato'. Autorizzazione bollata come "strana e inopportuna", secondo Paolo Bolognesi, presidente dell'associazione dei parenti delle vittime del 2 agosto, che  alla 'Dire' ha confidato: "Quando si è saputo dell'intervista, alcuni parenti delle vittime mi hanno contattato e chiesto: 'Ma è una cosa che si può fare?'. Devo dire che la faccenda appare alquanto sconcertante, sembra un'operazione per 'fare' il processo di appello fuori dal percorso del processo di appello. Sarebbe una cosa estremamente scandalosa". Per questo ieri è stato chiesto al Csm di chiarire "se questa autorizzazione all'intervista sia normale. Siamo un paese in cui può succedere di tutto, ma se non fosse normale il giudice di sorveglianza sia valutato per questo", dice Bolognesi.

Il timore dei parenti delle vittime è che "comincino dei giochini prima del processo di appello... Facciamo in modo- dice Bolognesi- che le cose seguano il verso giusto e l'iter corretto e che non sia coinvolta la procedura delle motivazioni della sentenza. Che il processo si faccia nelle aule di Tribunale e non fuori". Nel sottoporre il caso al Csm, i parenti delle vittime evidenziano che nella intervista sarebbe contenuto un attacco, considerato "scandaloso", al giudice che ha condannato Bellini e si direbbero "cose non vere sull'andamento del procedimento e sul risultato finale di condanna".

Nelle prime righe di presentazione dell'intervista al solito Bellini  scansa responsabilità : "Io non sono uno stragista"; "Io non ero a Bologna il 2 agosto 1980";  "Con me hanno sbagliato indirizzo. Io non farò il coperchio di questo sarcofago". Viene spiegata anche la genesi di questa intervista citando il nulla osta del magistrato di sorveglianza (viene detto che risale al 23 giugno scorso) e chiarendo che sono stati registrati con Bellini tre colloqui in videoconferenza tra il 25 giugno  e l'11 luglio.

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