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Cronaca Ozzano dell'Emilia

Tecnopolo di Bologna: inaugurato l'ampliamento con nuovi laboratori per la ricerca sulle malattie degenerative

Con sede a Ozzano, la sua gestione è affidata alla Fondazione Iret: ente di ricerca scientifica indipendente e no profit

Inaugurato l'ampliamento di 200 metri quadri del Tecnopolo di Bologna 'Rita Levi Montalcini, con sede a Ozzano in via Tolara di Sopra. Grazie a un investimento complessivo di 200mila euro e una copertura finanziaria  dei costi del 60% a carico della Regione Emilia Romagna, l'ente di ricerca scientifica in campo biomedico ha raggiunto i 750 mq di grandezza.

Un luogo d'eccellenza, dedicato allo studio delle malattie degenerative del sistema nervoso centrale come sclerosi multipla, demenza di Alzheimer, demenze vascolari, atassie, malattia di Parkinson e dolore cronico. Un allargamento che ha consentito la realizzazione di nuovi laboratori per la ricerca d’avanguardia sulle malattie neurodegenerative. Presente al taglio del nastro l’Assessore all’università, ricerca e lavoro della Regione Emilia-Romagna Patrizio Bianchi, il Rettore dell’Università di Bologna Francesco Ubertini, l’Assessore al lavoro del Comune di Bologna Marco Lombardo e il sindaco di Ozzano, Luca Lelli. 

Il Tecnopolo

La gestione del Tecnopolo è affidata alla Fondazione Iret: ente di ricerca scientifica indipendente e no - profit, guidato dalle docenti universitarie - allieve e collaboratrici per quindici anni di Rita Levi Montalcini, cioè Laura Calzà e Luciana Giardino, rispettivamente
direttore scientifico e presidente della Fondazione. Inaugurato nel 2012, in forte sinergia con l’Alma Mater Studiorum, vede al lavoro 15 giovani ricercatori che studiano le malattie degenerative e lesioni del sistema nervoso centrale quali sclerosi multipla, malattia di
Alzheimer, demenze vascolari, Parkinson, lesioni traumatiche midollari e dolore cronico, con lo scopo di individuare strategie innovative per contrastarne l’avanzamento, ripararne i danni, individuare le cause per prevenirne l’insorgenza.

La Fondazione Iret ha compiuto in questi anni importanti passi avanti. Sulla malattia di Alzheimer ad esempio, lavora sulle fasi precliniche della patologia, individuando i segnali di allarme precoce, legati ad esempio ad alterazioni del linguaggio e difetti cognitivi sfumati, con il fine di sviluppare strategie terapeutiche che ritardino il più possibile la comparsa dei sintomi. Sulla riparazione della mielina invece,  i
ricercatori del laboratorio di Ozzano hanno chiarito alcuni meccanismi chiave che consentono a cellule staminali e precursori endogeni di trasformarsi in cellule capaci di riparare lesioni infiammatorie e traumatiche. Nel raggiungimento degli obiettivi, determinante è il ruolo delle più recenti tecnologie a disposizione dei ricercatori del tecnopolo, da un’avanzatissima postazione dello studio del comportamento spontaneo-cognitivo e sensitivo-motorio a strumenti di amplificazione e quantificazione del DNA, fino a sofisticati microscopi che, grazie ai raggi laser, permettono di studiare le cellule vive a un’eccezionale risoluzione, arrivando al cuore delle molecole. Queste
tecnologie e conoscenze sono state inoltre ottimizzate per lo sviluppo di terapie innovative, anche al servizio della ricerca industriale.

I laboratori del Tecnopolo sono costruiti su un terreno di 10mila metri quadri donato dall’imprenditore ozzanese Ezio Baldazzi,  e realizzati con i proventi dell’attività di ricerca svolta grazie alla partecipazione a bandi nazionali e internazionali e commesse da aziende, convenzioni con università e associazioni. 

Le posizioni

Laura Calzà, docente di medicina rigenerativa e Scienze Cognitive dell’Università di Bologna, oltre a spiegare le numerose attività del Tecnopolo, poco prima dell'inaugurazione ha spiegato: "Nelle malattie neurodegenerative le terapie disponibili sono sintomatiche e in pochi casi modificano la storia naturale di malattia, dunque la ricerca di base è di primaria importanza; e anche quando non è possibile, ad oggi, intervenire direttamente sulle cause, è però possibile limitare e ritardare l’insorgenza delle disabilità gravi utilizzando approcci
innovativi focalizzati sulle fasi precoci della malattia. I nostri laboratori sono aperti a ricercatori, un esempio di collaborazione, studio e ricerca che deve andare avanti".

Così Luciana Giardino, docente di anatomia veterinaria dell’Università di Bologna: “Gli obiettivi che ci poniamo per i prossimi tre anni sono chiari: identificare due elementi di prevenzione secondaria della malattia di Alzheimer, definire, nell’ambito della medicina rigenerativa, la formulazione di un nuovo prodotto farmacologico/biotecnologico per lesioni acute di cervello e midollo spinale, identificare, per quanto riguarda le malattie rare, approcci terapeutici per modificare la storia naturale di malattia dei piccoli pazienti”.

"Siamo contenti per questa nuova tappa, un percorso con tanta storia che guarda al futuro - ha commentato il Rettore dell'Università di Bologna Francesco Umbertini - ma il segreto è sempre nelle persone. Il ringraziamento va a Laura Calzà e Luciana Giardino con tutti i loro collaboratori che sono il vero motore di questo grande progetto, dietro al quale ci sono profili di rilievo internazionale".

Estremamente soddisfatti dei traguardi e risultati raggiunti dall'ente l'assessore regionale all'Università e Ricerca Patrizio Bianchi e l'assessore al Lavoroe Pari Opportunità Marco Lombardo: "Siamo molto fieri, e questo è l’esempio positivo di una fondazione privata che collabora con la Regione, all’interno del sistema dell’alta tecnologia, fondamentale per il nostro tessuto socio-economico e produttivo, che vede insieme imprese e università e sul quale abbiamo investito. È anche questo uno dei volti dell’Emilia-Romagna che guarda al futuro, allo sviluppo della ricerca, in un settore sempre più importante come quello delle neuroscienze, che vuole rispondere anche
alle esigenze di una popolazione sempre più anziana. Al Tecnopolo di Ozzano convivono ricerca pura e ricerca applicata, in uno straordinario rapporto con il mondo delle imprese, della formazione e dell’Università. È questa la strada per continuare a competere su innovazione, ricerca e tecnologie. Per competere sempre di più in Europa e nel mondo, con l’obiettivo di una crescita inclusiva e della nuova e buona occupazione”.

Non da meno il sindaco Luca Lelli: "E' inutile rimarcare il grande onore di avere sul nostro territorio un'istituzione così prestigiosa. I tempi di realizzazione sono stati brevissimi, e come Comune faremo sempre tutto il possibile affinché realtà importanti come queste abbiano le possibilità di procedere in importanti campi, come quello della ricerca. 

Assente, a causa di impegni elettorali, il Presidente della Regione Stefano Bonaccini

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