rotate-mobile
Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Santo Stefano / Via Giulio Cesare Pupilli

Rizzoli: contro le metastasi ossee niente chemioterapia

L'ospedale bolognese lancia innovativa sfida e opera i primi 18 pazienti al mondo con una nuova tecnica per la cura delle metastasi ossee: l'elettroporazione. Operati i primi 13 pazienti

All’istituto Rizzoli novità nel campo dei tumori alle ossa: superata la chemioterapia si aprono nuove strade. Sono 13 donne e cinque uomini, tra i 37 e gli 86 anni, tutti colpiti da metastasi ossee, curati con l'elettroporazione, tecnica sviluppata all'Istituto ortopedico, in collaborazione con Igea, l'azienda che produce l'apparecchiatura necessaria all'intervento e con il contributo della Fondazione Carisbo.

COME FUNZIONA LA CURA - "L'elettroporazione riesce a intervenire anche sulle metastasi 'ribelli', quelle che non rispondono a nessun altro tipo di terapia causando ai pazienti dolore intenso che neanche gli oppiacei riescono a lenire", spiega Milena Fini, responsabile del Laboratorio di studi pre-clinici e chirurgici del Rizzoli che ha lavorato al progetto anche con il direttore della IV Clinica a indirizzo oncologico Mario Mercuri, improvvisamente scomparso in questi giorni.

Funziona così: alcuni elettrodi introdotti nel tessuto alterato creano un piccolo campo elettrico che "apre" i pori della membrana cellulare, permettendo così al farmaco antitumorale di arrivare direttamente nelle cellule malate e solo lì agire, con efficacia potenziata. I pazienti non hanno subito gli effetti indesiderati della chemioterapia e sono tornati a casa il giorno dopo l'intervento, che è di mini-invasivo e viene eseguito in anestesia spinale o generale, in base alla localizzazione della metastasi e alle condizioni del paziente, sotto guida Tac per le lesioni molto piccole.

NON SOSTITUISCE LE ALTRE TERAPIE - L'elettroporazione, però, non sostituisce gli altri tipi di terapia antitumorale, perché non è applicabile a tutti i pazienti. La valutazione va fatta caso per caso, considerando tra l'altro il numero delle metastasi, la posizione, le dimensioni.

Il metodo è usato in circa 80 centri in 16 paesi europei per il trattamento di metastasi cutanee e sottocutanee, il gruppo di ricerca di Bologna, però, è il primo ad applicarla alle metastasi ossee, anche in prossimità di strutture 'nobili', come vasi e i nervi, per ora principalmente su arti e bacino.
 

(fonte Dire)

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Rizzoli: contro le metastasi ossee niente chemioterapia

BolognaToday è in caricamento