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Cronaca

La Perla, il giorno più lungo, i dipendenti: "Calzedonia tutta la vita, parla italiano"

Tre colossi per salvare il gruppo bolognese di lingerie di lusso, oggi la gara in tribunale: "Calzedonia, famiglia concreta e affidabile"

Tra poche ore gli americani potrebbero non avere più il controllo de La Perla, la storica azienda bolognese di lingerie di lusso. Dalle 11 presso il Tribunale di Bologna, l'asta per acquisirla e sono tre i grandi gruppi che rilanceranno.

Sembrava già fatta agli inizi di maggio: il gruppo veneto Calzedonia, colosso da 2.200 dipendenti in Italia e 20.000 dipendenti in tutto il mondo, ne avrebbe evitato il fallimento mettendo sul tavolo 70 milioni di euro, un concordato preventivo depositato in Tribunale e l'accordo con le parti sociali per mantenere a Bologna produzione e progettazione. Qualche settimana più tardi arriva un'offerta al rialzo dalla società Sms Finance Sa di Silvio Scaglia, fondatore di Fastweb e già patron di Elite Model World, controllata dalla holding con sede in Lussemburgo e prorpietaria del marchio Malizia e Marvin, già detenuti da La Perla: l'offerta questa volta è di 100 milioni, poco sopra il suo attuale fatturato.

Un interessamente da un gruppo cinese, poi rientrato, ma nelle ultime si sono fatti avanti gli israeliani di Delta Galil Industries, altro colosso dell'intimo con sede a tel Aviv con quasi 10.000 dipendenti nel mondo, interessato ad entrare sul mercato italiano.

Sono dunque in tre ad aver depositato 3 milioni di euro di garanzia per partecipare all'asta che si apre stamattina: la base sarà l'offerta di Scaglia,  155 milioni e il salvataggio di 800 dipendenti su 967. "Ci auguriamo che ciò sia presupposto per la salvaguardia dell'occupazione e la creazione di lavoro per l'indotto nel territorio di Bologna", ha commentato il presidente degli industriali bolognesi Alberto Vacchi "Non dimentichiamoci che attorno a La Perla ruotano decine di piccole imprese, che sono pronte ad agganciare il rilancio dell'azienda e a supportarne lo sviluppo. Il nostro auspicio è che chi si aggiudicherà l'asta sia in grado di supportare l'internazionalizzazione di questo brand, fiore all'occhiello del made in Italy nel settore dell'intimo di fascia alta".

E i lavoratori? "Calzedonia tutta la vita" dichiara una lavoratrice de La Perla interpellata da Bologna Today che preferisce l'anonimato "piuttosto che un altro gruppo finanziario, è da preferire un'azienda che conosce il mercato e il prodotto e sa dove mettere le mani, certo questo costerà ristrutturazioni e probabilmente mette a rischio alcuni posti di lavoro, ma qualla di Veronesi (proprietario di Calzedonia - ndr) è famiglia concreta e affidabile, d'altra parte si vede dai numeri". E gli israeliani? "Il gruppo di Tel Aviv è abch'esso molto solido e con un fatturato di tutto rispetto, produce intimo di fascia media ed opera in tanti paesi, ovviamente è interessato a penetrare il nostro mercato acquisendo un marchio luxury, ma, non mi consideri troppo provinciale, la preferenza è sempre quella di conservare un marchio tutto italiano". 

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