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Cronaca

Vicine all'assunzione, poi salta tutto: otto anni per avere risarcimento

Il caso riguarda due assistenti sociali del Comune. Tutta colpa di un vizio burocratico su un concorso

Era fatta, avevano conquistato il diritto al posto fisso: erano già sulla soglia dell'assunzione, poi la beffa all'ultimo minuto che fa saltare tutto. Un intoppo burocratico: per la mancata pubblicazione del bando di concorso in Gazzetta ufficiale, infatti, il Tar annullò la graduatoria con cui il Comune di Bologna si apprestava ad assumere quattro assistenti sociali.

Il concorso era del 2012, l'annullamento del 2013: ma due candidate a quel posto da assistente sociale non l'hanno data vinta a Palazzo D'Accursio e ieri hanno avuto ragione e vista premiata la loro tenacia: è stata pubblicata la sentenza del Tar che condanna Palazzo D'Accursio a risarcirle per il danno della mancata assunzione.

Il Comune ha provato a resistere chiedendo che il ricorso fosse respinto; ha obiettato di non avere 'colpe' se quel concorso saltò e soprattutto ha segnalato che tanto, all'epoca, le assunzioni incapparono in un rigido blocco delle assunzioni, quindi -concorso o non concorso- quel posto fisso non sarebbe arrivato. Ma i giudici amministrativi hanno accolto le tesi delle due ricorrenti ritenendo "esistente il danno ingiusto di cui le stesse si dolgono" e "comprovato il nesso causale tra il pregiudizio economico lamentato e l'annullamento della procedura concorsuale indetta dal Comune di Bologna".

Vanno dunque risarcite per le spese sostenute per partecipare al concorso e ad altri a cui si presentarono: 721,28 euro ad una delle due e 482,41 all'altra; in più, ad entrambe vanno riconosciuti, "a titolo di danno per lucro cessante", 3.080,38 euro. A Palazzo D'Accursio vengono addebitate anche le spese del contenzioso giudiziario, altri 3.000 euro.

Le due aspiranti al posto da assistente sociale del Comune di Bologna arrivarono terza e quarta in graduatoria; i posti in ballo erano quattro, quindi l'amministrazione era pronta ad ingaggiarle.

Un deciso passo avanti per loro, dato che all'epoca avevano contratti tempo determinato. Ma ci fu il ricorso al Tar per mancata pubblicazione del bando in Gazzetta ufficiale che bloccò tutto. E le due ricorrenti contestano al Comune di non aver impugnato quella sentenza, di non aver provato a ribaltarla facendo valere la tesi di non avere obbligo di pubblicare il bando in Gazzetta ufficiale.

Inoltre, invece di rifare il concorso annullato Palazzo D'Accursio usò la mobilità esterna per reclutare le assistenti sociali di cui aveva bisogno. E anche questo fatto è stato contestato come penalizzante per le due ricorrenti. Il Tar riconosce ora che le due candidate rimaste a bocca asciutta persero l'opportunità sicura di un'assunzione in pianta stabile, ma non riconosce il risarcimento di altre voci di danno: ad esempio quello della 'perdita di chances' per la mancata partecipazione ad altri concorsi banditi successivamente alla comunicazione dell'esito positivo del concorso del Comune di Bologna, o per le ripercurssioni sulla vita professionale familiare e per "l'ansia dovuta all'incertezza del proseguimento dell'attività lavorativa".

Il Tar riconosce che, approvata la graduatoria del concorso, non c'era "alcun elemento ostativo all'assunzione delle ricorrenti" ma il Comune di fatto comunicò loro che tutto saltava "per un comportamento dell'amministrazione banditrisce in contrasto con la normativa". (Mac/ Dire) 

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