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Cronaca

Legambiente e qualità dell’aria: tutti bocciati in Emilia-Romagna

Nessun capoluogo è riuscito a ridurre le concentrazione delle polveri sottili, in alcuni casi una vera e propria escalation

Mentre la Regione istituisce un premio per le città virtuose che hanno cioè applicato in maniera rigorosa l'Accordo sulla Qualità dell'aria, Legambiente rende noti i suoi "dati allarmanti" 2012: black list per tutte le città emiliano romagnole quanto a PM10. Maglia nera a Parma con 115 giornate di superamento dei livelli massimi, seguita da Reggio Emilia (93), Rimini (88), Modena (85), Ferrara (77), Bologna (73), Piacenza (71), Ravenna (66) e infine Forlì (52). Lo rivela Legambiente Emilia-Romagna, ma non è tutto: “Se guardiamo i valori di polveri sottili raccolti da Arpa Emilia-Romagna negli ultimi anni, si nota che dal 2009 ad oggi nella maggior parte dei grandi centri urbani della regione si è verificata una vera e propria escalation dei livelli di PM10: in alcuni casi - come Parma e Rimini - i microgrammi di polveri contenuti nell'aria sono addirittura raddoppiati". In altre parole: “Le misure fino ad ora adottate per ridurre gli inquinanti atmosferici limitandone le cause non sono state sufficienti né efficaci per porre rimedio alla grave situazione del Bacino padano” Processi industriali, produzione di energia, traffico e i riscaldamenti, sono per Legambiente le principali fonti di emissione di polveri fini, ossidi di azoto, dei precursori dell'ozono o di altri inquinanti come gli idrocarburi policiclici aromatici o il monossido di carbonio e del rumore.

"Da ottobre 2012, attraverso l'Accordo di programma, la Regione Emilia-Romagna ha lanciato delle nuove linee guida per mettere in atto azioni mirate al miglioramento della qualità dell'aria e al progressivo raggiungimento dei valori fissati dall'Unione europea. L'accordo, sottoscritto dai Capoluoghi di provincia e da tutti i Comuni superiori ai 50 mila abitanti, è stato però recepito e interpretato in maniera differente nelle varie ordinanze comunali. Anche le sezioni più chiare e di facile attuazione, come ad esempio le restrizioni al traffico dei centri abitati nelle giornate del giovedì e delle prime domeniche di ogni mese (fino al 31 marzo), sono applicate in maniera disomogenea nel territorio emiliano-romagnolo". "Ciò di cui necessita la nostra regione, più che singoli provvedimenti di limitazione - afferma Cristina Bondavalli, della Segreteria di Legambiente Emilia-Romagna - è una visione d'insieme per ripensare in maniera sostenibile il sistema di mobilità pubblica e privata, lo sfruttamento territoriale e l'efficienza energetica dei nostri edifici".

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