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Cronaca

Nuova legge sugli orari degli operatori sanitari, Baldo CGIL: 'Si rischia la riduzione dei servizi'

Almeno 11 ore di riposo ogni turno di lavoro per il personale del servizio sanitario pubblico. Per i sindacati, senza nuove assunzioni 'Rischia di tradursi non in una riorganizzazione, ma piuttosto in una riduzione dei servizi'

"E finalmente l’Assessore (regionale - ndr), in difficoltà sull'applicazione della legge sull'orario di lavoro, ci convoca al tavolo", in una nota le segreterie regionali FP CGIL - CISL FP - UIL FPL informano che in vista del 25 novembre, quando entrerà in vigore il giro di vite sull'orario di lavoro, previsto dalla legge 161 /2014, in base ad una direttiva UE che richiederà un cambiamento dei turni di lavoro del personale sanitario di tutte le Aziende USL e Ospedaliere della Regione, l'assessore darà udienza. 

"Sarà vincolante per tutti i Direttori Generali che al personale del servizio sanitario pubblico vengano garantite almeno 11 ore di riposo tra un turno di lavoro e l'altro e una quota oraria media settimanale non superiore alle 48 ore - spiegano i sindacati - il tutto (è scritto nella legge) senza oneri aggiuntivi a carico della finanza pubblica, e cioè senza sborsare una lira in più, attraverso la riorganizzazione dei servizi. Una missione impossibile, più che improbabile, che rischia concretamente di tradursi non in una riorganizzazione, ma piuttosto in una riduzione dei servizi già minati dal blocco parziale che la Regione ha imposto sul personale sanitario e totale su quello amministrativo". 

In pratica "con la Legge 161/2014 'semplicemente' vengono a cadere tutte le deroghe alla legge 66/2003, attuazione delle direttive 93/104/CE e 2000/34/CE concernenti taluni aspetti dell'organizzazione dell'orario di lavoro. In particolare dopo il 25 novembre prossimo non sarà possibile derogare all'obbligo di un riposo di almeno 11 ore tra un turno di lavoro ed un altro. Le uniche deroghe permesse saranno quelle definite nei contratti collettivi nazionali. Contratto bloccato dal 2009, su cui da poco si sono aperti i confronti a livello nazionale", spiega a Bologna Today Marco Baldo, Responsabile Comparto Sanità - Funzione Pubblica CGIL Bologna. 

Le parti sociali il 15 ottobre avevano inviato una lettera all'assessore con la richiesta di aprire la discussione "con congruo anticipo per evitare di rincorrere una tematica così delicata che incrocia la vita di migliaia di lavoratrici e lavoratori con la qualità dei servizi ai cittadini ed utenti. Ma dall'altra sponda il silenzio totale, a conferma di una grossa difficoltà mascherata dalla mancanza di confronto a conferma della tendenza oggi diffusa a tutti i livelli nel sistema di relazione con gli organismi di rappresentanza", scrivono nella nota. 

Punti di vista nella lettura della legge "radicalmente differenti in vari soggetti istituzionali e non solo, e un documento delle Regioni dove le stesse si chiudono gli occhi su quanto imposto dalla direttiva UE in virtù delle prestazioni in emergenza che in sanità sono ordinaria amministrazione e mentre si rincorrono voci sulla possibilità di una leggina tutta orientata a rinviare la data di applicazione della direttiva per dilatare i tempi della discussione, come CGIL CISL UIL abbiamo incalzato l’Assessorato ad uscire dal suo profondo silenzio. Dopo tali nostre sollecitazioni è notizia di oggi l’arrivo (finalmente) della convocazione da parte dell’assessorato per la prossima settimana".

"Chiederemo di fare in modo di non avere ripercussioni sui servizi sanitari garantiti ai cittadini (con particolare riguardo ai servizi di emergenza) e quindi una corretta valutazione in merito alla necessità (secondo noi evidente) d'incrementare le assunzioni per garantire il rispetto della normativa in materia di orari di lavoro - continua Baldo - ci aspettiamo che la Regione dia una risposta adeguata al problema senza cercare improbabili soluzioni che determinino una riduzione dei servizi sanitari

I sindacati ribadiscono dunque la loro "critica al ritardo con cui giunge tale convocazione" auspicando "per il futuro un cambiamento sostanziale delle relazioni  sindacali, perché crediamo che il confronto sia un valore ed il punto di vista, la conoscenza dei servizi che ha chi al loro interno vi lavora può contribuire al miglioramento degli stessi".

                               

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