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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Ingrid e Lorenza si sposano: oggi a Bologna l'anteprima mondiale del documentario

Dal loro blog "Lei disse si" nasce un film che racconta le avventure di due promesse spose fino al fatidico sì. E' il documentario dal sottotitolo "La rivoluzione a colpi di bouquets è appena cominciata"

A Bologna questa mattina l'anteprima mondiale del documentario “Lei disse sì” al Biografilm Festival. Da Firenze in Svezia per sposarsi: nasce per raccontare questa storia il documentario di Maria Pecchioli su Ingrid e Lorenza, due ragazze fiorentine Ingrid e Lorenza che si sono sposate in Svezia il 21 giugno 2013.

Dal loro seguitissimo blog “Lei disse si” nasce questo film, che racconta le  avventure di due promesse spose fino al  fatidico sì. Il documentario dal sottotitolo “La rivoluzione a colpi di bouquets è appena cominciata” racconta il viaggio di Ingrid e Lorenza da Firenze fino in Svezia “perchè in Italia due persone dello stesso sesso non possono farlo”.

Il documentario parte dall’inizio della storia di amore tra Lorenza e Ingrid, che vivono insieme da 7 anni,  una festa di fidanzamento in Toscana fino alla festa di matrimonio con i loro amici, personaggi incontrati e sullo sfondo un paese, la Svezia. Coinvolgono amici e parenti nella preparazione della cerimonia che si svolgerà proprio durante la festa di mezza estate: il 21 giugno 2013. Con il documentario “decidono di rendere  pubblico il loro giorno più bello, per smuovere le coscienze di un Paese, l’Italia,  dove il matrimonio omosessuale non è  ancora riconosciuto”. “È una denuncia – dicono le protagoniste del documentario - contro la grave arretratezza italiana in materia di diritti civili, e un modo per indicare la direzione giusta:  la strada fino a quella cerimonia nei boschi,  a quella famiglia allargata riunita senza  pregiudizi attorno alla realtà dell’amore”.

Ingrid e Lorenza rispondono:

Come mai avete sentito l'esigenza di far conoscere al mondo la vostra vita "anche intima"? Dal blog al crowdfunding...e ora al documentario? Da quando abbiamo annunciato il nostro matrimonio alla famiglia e agli amici, abbiamo sentito dalla loro commozione che una semplice celebrazione di un rito fin reale racchiudeva un potenziale di partecipazione infinito. Il matrimonio ha sempre segnato una sorta di passaggio nella vita dell’essere umano, nel bene e nel male.

E' un documentario romantico, pieno di amore, ironico e leggero. Tratta però tematiche di stringente attualità, quelle dei diritti civili. Come sta l'Italia rispetto alla Svezia? In Svezia ci si può sposare da quasi vent’anni e anche con rito religioso se lo si desidera. L’Italia al momento non ha una legislazione che riconosce l’unione civile delle coppie dello stesso sesso. Ultimamente sono diventate celebri le iniziative di alcuni sindaci che hanno fatto registrare matrimoni omosessuali contratti all’estero. Pur non avendo il potere di cambiare la legislazione, sono atti pubblici importanti che alimentano il dibattito a livello nazionale e saranno capaci a breve termine di portare quei diritti che non ci vengono riconosciuti.

Qual è stato il feedback degli amministratori locali quando avete lanciato la notizia del vostro matrimonio? Renzi vi ha mai chiamato? Un’ amministratore comunale ci ha chiesto se poteva portare la nostra storia in Consiglio Comunale, in seguito ci ha invitate a conoscere la Consulta contro l’omo-transfobia del comune di Firenze che raccoglie membri delle principali associazioni e gruppi che sul territorio si occupano di tematiche LGBTI. Adesso siamo entrate attivamente a far parte della consulta con il gruppo “Spos* in fuga” che abbiamo creato per le coppie come noi che sono dovute andare all’estero per vedere riconosciuti i propri diritti. Facendo rete con le associazioni e gruppi della Consulta è possibile portare un messaggio di inclusione in tanti ambiti. Renzi? No, non ci ha mai chiamate. Ma speriamo che accolga i tanti segnali di una società che sta cambiando.

Dal punto di vista cinematografico, l'idea del racconto del viaggio che esplicitate nel documentario - molto bene - è la metafora del vostro viaggio verso l'obiettivo naturale dell'amore, come quello che dice il bambino "Perché? Mamma, dimmi perché?” La domanda del bambino apre al viaggio che sicuramente è una metafora ma non solo di una coppia verso il rito che ne celebra l'unione, ma sopratutto, per noi è il viaggio di una intera comunità che si apre ad una nuova storia fatta di supporto, condivisione. Vorremo raccontare come sia possibile rendere a se stessi e agli altri la vita più leggera e felice semplicemente grazie alla valorizzazione delle diversità. Ci piace pensare che il viaggio fisico e metaforico siano un percorso fatto di sorprese in positivo, ben oltre l'ostacolo. Ci piace raccontare l'omosessualità come un'occasione di crescita e miglioramento verso un'eguaglianza e una parità che non solo è giusta in termini di diritto, ma che è a vantaggio del benessere di una intera civiltà.

Cosa pensate dell'adozione per le coppie omosessuali? La famiglia è di per se’ un organismo complesso, non sempre sempre risolto anche nella sua forma tradizionale. A nessun genitore eterosessuale si chiede di superare un esame prima di diventare genitore. A maggior ragione due persone che si amano, che hanno imparato il rispetto, la dedizione e la cura, indipendentemente dall’orientamento sessuale, siano in grado di crescere con lo stesso amore, dedizione e cura un figlio. Se non ci fosse discriminazione questa domanda non si porrebbe. Siamo contro ogni discriminazione di genere e dunque favorevoli all'adozione e alla procreazione.

Complimenti per la scelta della musiche... Abbiamo adottato i Rio Mezzanino e loro hanno adottato noi, è stata una scintilla nata nella frequentazione fiorentina, coltivata con piccoli concerti casalinghi e sfociata, con il nostro annuncio di nozze, nel pezzo I said yes, che ci hanno dedicato. Chiedere loro di partecipare alla colonna sonora del documentario con i brani dell' LP "Love is a Radio" è stata la naturale continuazione di un rapporto di stima e amicizia. La loro energia, la qualità musicale e accoglienza sono state preziose e ci fanno sentire a casa.

C'è qualcuno che si è opposto al vostro matrimonio? All’altare? Sarebbe stato da film appunto. No, ci siamo sposate senza intoppi, abbiamo ricevuto un grandissimo consenso e gli auguri da persone insospettabili e per queste persone siamo felici si aver reso pubblica la nostra storia, facendo fare a tutti un piccolo passo verso una società più inclusiva e rispettosa.

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